DAVANTI AL TRONO DEL PADRE

DAVANTI AL TRONO DEL PADRE

David Wilkerson (1931-2011)
April 10, 2019

I servi di Dio devono andare alla sua presenza completamente persuasi che egli risponderà. È cosa buona portare le promesse di Dio in preghiera con te, per restare saldo su di esse e per ricordargliele. Certamente, egli non ha problemi di memoria, ma il Signore ama sentirci portare le sue promesse davanti a lui.

A Pietro fu data una visione e si domandò cosa volesse dire. “Mentre Pietro stava ripensando alla visione, lo Spirito gli disse: «Ecco tre uomini che ti cercano»” (Atti 10:19). Questo passaggio della Scrittura ci dice che quando Dio dichiara che qualcosa è vera, noi dobbiamo credergli e restare saldi su di essa senza badare alla nostra carne. Semplicemente non possiamo misurare l’affidabilità della Parola Dio esaminando la nostra situazione o la nostra stima. Se lo facciamo, finiremo solo per vedere quando siamo indegni arrivando a non basarci più sulla sua Parola appropriandocene.

La Bibbia dice che dobbiamo fare delle richieste davanti al trono di Dio e Cristo è lì come nostro intercessore o avvocato. “Infatti c’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo” (1 Timoteo 2:5). “Dal momento che vive sempre per intercedere per loro” (Ebrei 7:25). “E se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato[a] presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto” (1 Giovanni 2:1).

Per mezzo del sangue versato da Gesù sulla croce, le porte per andare davanti al trono di Dio sono aperte e abbiamo accesso personale per portare le nostre richieste a Dio. Abbiamo anche lo Spirito Santo, che è il nostro “paracleto”, ma è anche un consigliere, avvocato, consolatore, mediatore e intercessore. Egli ci ricorda i decreti eterni e la costituzione divina che formano la Parola di Dio, così da poter avere le sue incredibili promesse.

È rassicurante sapere che Dio è davvero felice quando ci accostiamo al suo trono con franchezza, chiedendogli di restare fedele alla sua stessa Parola. E farà in modo di farti sentire che si compiace di te.

LIBERO E FELICE: LA STORIA DI MATTEO

LIBERO E FELICE: LA STORIA DI MATTEO

La Testimonianza di Matteo:

Mi chiamo Matteo, ho 22 anni, studio ingegneria e voglio raccontarvi come Dio ha cambiato la mia vita. Sono nato in una famiglia semplice, di fede cattolica e sin da bambino ogni domenica andavo a messa con mia madre. Non avevo un particolare interesse per la religione, la consideravo quasi un’imposizione, una cosa da dover fare. A 14 anni decisi di non frequentare più la chiesa, dicendo fra me e me: “io credo in Dio ma non voglio fare più niente di forzato”.

Nello stesso periodo appresi la notizia che alcuni miei zii, attratti dalla musica proveniente dalla chiesa evangelica, entrarono rimanendo molto colpiti dalla Parola tanto da iniziare a frequentare i culti. Dopo un po’ di tempo anche io e mia madre, incuriositi, provammo ad andare per la prima volta in chiesa evangelica. Inizialmente la cosa colpì molto più lei che me, nei giorni successivi iniziai a vedere i primi cambiamenti notando che era molto più gioiosa rispetto al solito. Una sera ascoltammo un pensiero tratto dalla Bibbia in cui si affermava che siamo tutti peccatori e abbiamo bisogno di Dio e possiamo invitarLo ad entrare nella nostra vita e farlo diventare la nostra quotidianità. Quella sera stessa mia madre fece quella richiesta a Dio mentre io mi limitai soltanto ad ascoltare perché dentro di me sentivo che c’era qualcosa di vero in quelle parole ma non mi interessava. Cominciai ad andare saltuariamente a qualche riunione giovanile, finché un giorno in uno di quegli incontri sentii che mi mancava qualcosa e decisi di provare a fare la stessa esperienza di mia madre chiedendo a Dio di entrare nella mia vita e di perdonarmi per i miei peccati.

In quel momento mi sentii veramente LIBERO e FELICE. Ringrazio Dio per quell’esperienza perché da quel giorno ho sempre avuto un nuovo amico su cui contare e un sostegno nei momenti difficili. Anche noi ragazzi abbiamo i nostri problemi, le nostre indecisioni, ansie e perplessità sul futuro ma con Dio non saremo mai Soli. Desidero concludere la mia testimonianza con questo verso: “Dio parla una volta, e anche due, ma l’uomo non ci bada.” (Giobbe 33:14) Non ignorare Dio, con Lui puoi solo guadagnarci!

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DUNQUE, SIATE SERI

DUNQUE, SIATE SERI

Forse non ci vuoi pensare o accettarlo, ma se sei determinato a seguire Gesù con tutto il tuo cuore, Satana ha già decretato la tua distruzione. Egli investirà la tua vita con un’ondata di problemi di ogni tipo.

L’apostolo Pietro avverte: “La fine di tutte le cose è vicina; siate dunque moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera” (1 Pietro 4:7). In altre parole: “Non è più tempo di essere superficiali. Dovete avere una mente sobria per le cose spirituali perché ora è questione di vita o di morte”.

Perché bisogna essere così seri? Perché la fine dei tempi è vicina ed il nostro nemico ha alzato la temperatura. Ci sta girando intorno come un leone, nascondendosi fra l’erba, in attesa di un’opportunità per avventarsi su di noi. Egli ci vuole divorare, distruggere completamente la nostra fede in Cristo.

Alcuni cristiani dicono che non dovremmo affatto parlare del diavolo, che sarebbe meglio se lo ignorassimo. Altri scacciano via l’idea della sua completa esistenza. I teologi liberali, per esempio, asseriscono che il diavolo non esista, e che non esista né inferno né paradiso.

Ma il nemico delle nostre anime è reale! Poche figure bibliche sono state identificate così chiaramente e largamente e non ha affatto intenzione di andare via. Viene descritto come Lucifero, Satana, diavolo, ingannatore, l’avversario, il malvagio, usurpatore, impostore, accusatore, divoratore, principe di questo mondo, re dell’oscurità, serpente antico.

Queste descrizioni enfatiche mi dicono che il diavolo esiste e sappiamo dalle Scritture che ha un potere reale. Anche adesso è all’opera sulla terra, sulle nostre nazioni, città, chiese, case e vite individuali. E non dobbiamo essere ignoranti sui suoi metodi e strategie di guerra.

“Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli stando fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze affliggono i vostri fratelli sparsi per il mondo” (1 Pietro 5:8-9). by David Wilkerson

UNA CHIESA PIÙ SANA

UNA CHIESA PIÙ SANA

Paolo, pastore, anziano e apostolo, aveva fondato una chiesa a Corinto. Si prese profondamente cura per le persone di questa sua congregazione ed ebbe per loro un messaggio speciale: “ Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente” (1 Corinzi 13:3).

Paolo insegnava spesso su temi dottrinali ma questa volta stava parlando direttamente alla sua “famiglia”, le persone che lì si riunivano insieme. Stava raccomandando loro di diventare dei credenti sani e volle assicurarli che lui li amava molto, così come dovevano amarsi fra di loro. Il mondo è pieno di divisione e rifiuto, dunque, i credenti hanno bisogno di trovare qualcosa di completamente diverso nella chiesa.

Per alcuni, è più facile amare gli abitanti dell’Africa, dell’India o della Cina che amare coloro che fanno parte della chiesa. Le persone hanno problemi e non sono sempre fedeli, affettuose e pronte a perdonare. Per questi motivi è difficile provare l’amore di Cristo per loro, ma è proprio ciò che Dio ci chiama a fare e Paolo sta parlando proprio di questo. Puoi anche andare ad evangelizzare nella tua città con la passione e lo zelo di un missionario, ma se non ami coloro che ti stanno intorno, tutto questo non avrà effetto.

Possiamo anche far convertire persone al cristianesimo, ma nel nostro cuore dobbiamo avere amore gli uni per gli altri. Desidero che tutti i cristiani abbiano una passione evangelistica infuocata per raggiungere i perduti ed i poveri, ma desidero anche vederli ripieni d’amore. Più lottiamo per essere parte del Corpo di Cristo di cui parla Paolo, più la chiesa diventa sana, ma diventiamo anche dei discepoli più sani.

La salute è contagiosa proprio come lo è la malattia quindi sforziamoci di diffondere l’amore e la gioia del Signore a coloro che ci stanno attorno. by Gary Wilkerson

SVILUPPARE UNA FIDUCIA ASSOLUTA

SVILUPPARE UNA FIDUCIA ASSOLUTA

Quando ci troviamo in mezzo a una prova, dobbiamo distogliere lo sguardo dai nostri problemi. In momenti del genere, dobbiamo esortare noi stessi dicendo, “Il mio Dio può tutto – e Lui non mi ha dimenticato. I Suoi occhi sono su me proprio in questo momento in cui sto sopportando questa prova tremenda. E io so, non importa quanto tutto sembri andare storto, che Egli ha tutto sotto controllo. Nessuno, e nessuna potenza, può cambiare i piani che Lui ha per me”.

Forse ora sei scoraggiato e ti chiedi, “Non riesco a vedere una via d’uscita dai miei guai. Riuscirò mai a uscire da questa prova assurda? Le mie sofferenze continueranno finché Gesù non tornerà? Signore, riuscirò a rallegrarmi ancora?”

Ecco la risposta di Dio per te: “Avete udito parlare della pazienza di Giobbe, e avete visto la sorte finale che il Signore gli riserbò, poiché il Signore è pieno di misericordia e di compassione” (Giacomo 5:11). “Quando Giobbe ebbe pregato per i suoi amici, l’Eterno lo ristabilì nel precedente stato; così l’Eterno rese a Giobbe il doppio di tutto ciò che aveva posseduto” (Giobbe 42:10).

Forse non raddoppierai ciò che hai perduto, come accadde per Giobbe, ma possiederai qualcosa di decisamente maggiore. Avrai una vera consapevolezza interiore del fatto che Dio ha il controllo della tua vita. Il Suo amore per te non sarà più soltanto un concetto teologico; piuttosto, conoscerai profondamente le Sue liberazioni, in maniera personale e non temerai mai più nessun avversario e nessuna avversità. Perché? Perché uscirai dalla tua prova come più che vincitore, seduto nei luoghi celesti con Cristo Gesù.

Proprio ora, come Giobbe all’inizio delle sue prove, forse conosci Dio solo per sentito parlare, attraverso prediche e studi biblici. Va bene, perché la Scrittura ci dice che è proprio da qui che deriva la fede: udire la Parola di Dio. Tuttavia, ora Dio vuole che tu guardi a Lui. Vuole che sviluppi una fiducia assoluta nel fatto che abbia un piano divino, progettato proprio per la tua vita. E il Suo proposito eterno non può essere ostacolato da alcun demone infernale, né da alcun mostro si presenti sul tuo cammino.

Così, in mezzo alla tua più grande prova, potrai testimoniare della bontà di Dio, come fece Giobbe. E citerai con fiducia questa grande affermazione di fede: “Mi uccida pure, non me ne dolgo” (Giobbe 13:15). by David Wilkerson

LA GIUSTIZIA DELLA FEDE

LA GIUSTIZIA DELLA FEDE

Davide dichiarò, “Io non temerò alcun male” (Salmo 23:4). L’uomo interiore di Davide rimase fermo, indisturbato nel cuore, non importa ciò che Satana gli scagliasse contro. Perché? Perché riposava pienamente nella fedeltà di Dio nel compiere la Sua Parola.

Davide poteva dire, “Ho la rivelazione dell’amore e della pazienza del Padre per me. Dunque, non accetterò più alcuna menzogna del nemico. So come non ascoltarlo più, perché lo Spirito Santo mi ha istruito. Che le tempeste di problemi vengano, che i demoni infurino, che i nemici sorgano da ogni lato. Che la malattia e persino la morte mi guardino in faccia. Il mio cuore riposa, perché so che ogni cosa è nelle mani di mio Padre ed Egli sta lavorando per il mio bene”.

Di contro, i cristiani ansiosi non hanno autorità. Tutto ciò a cui riescono a pensare è, “Perché Dio permetterebbe che questo accada? Cosa farò?” La loro vita è piena di caos, paura e mormorii, perché hanno sprecato ogni risorsa. Hanno trascurato di nascondere la Parola di Dio nel loro cuore, quindi non sono capaci a rivolgersi ad essa in tempi di crisi.

L’unica giustizia che spaventa Satana e lo fa allontanare è la giustizia della fede. “L’effetto della giustizia sarà la pace, il risultato della giustizia tranquillità e sicurezza per sempre” (Isaia 32:17). Non puoi resistere contro il diavolo solo perché non bevi o non usi più droghe. Puoi vivere secondo un’intera lista di fare-e-non-fare, ma non è questa l’essenza della giustizia di Dio. La giustizia è credere che ciò che Dio dice è vero e consacrare la vita a tale verità. È così semplice.

Quando Isaia dice, “il risultato della giustizia [è] tranquillità e sicurezza per sempre”, il termine ebraico per sicurezza significa fiducia. Per dirla con parole semplici, la fede nella promessa di Dio di perdono produce una fiducia incrollabile dentro di noi. Forse saremo ancora duramente provati, ma sapremo che Gesù è all’opera in noi.

In breve, l’autorità spirituale è questo: Io cammino in piena certezza nell’affidabilità della Parola di Dio. Io faccio ciò che essa dice, sottomettendomi ad ogni comando. E la mia fede nella Sua Parola per me fa riposare il mio cuore. Satana non può più indugiare alla mia presenza. Ho solo bisogno di dire, “Il Signore ti sgridi, Satana”, e lui fuggirà. by David Wilkerson

LIBERATO DALLA SCHIAVITU’

LIBERATO DALLA SCHIAVITU’

Liberato  dalla schiavitù

Mi chiamo Lello, sono di Napoli. A 17 anni sono diventato schiavo della droga, prima di quelle leggere e poi di quelle pesanti, distruggendo così la mia gioventù, ingannato dalla ricerca di una pace non vera, scappando dalle mia responsabilità. In un primo tempo sembrava tutto bello, ma poi ogni cosa risultò essere un’illusione, un inganno; quando finiva l’effetto della droga ero distrutto. Ero diventato come un barbone, avevo distrutto la mia vita e quella della mia famiglia facendo soffrire mia madre e mio padre. Anche i miei tre fratelli erano schiavi della droga. Tra loro, Enzo arrivò a perdere la vita per overdose di eroina. Vi lascio immaginare la sofferenza della mia famiglia! Un giorno chi mi forniva l’eroina scopri che lo derubavo di una parte della droga; nacque una forte lite in cui alzai le mani e lo picchia; avevo toccato il fondo. Poco dopo venne a cercarmi con degli amici con le pistole in pugno; mi riempirono di botte lasciandomi a terra mezzo morto. Uno diceva all’altro: “Sparagli! Sparagli!” ma qualcosa li mise in fuga. A casa, per le mie pessime condizioni, mio padre cominciò a litigare con mia madre. Io le dissi di prepararmi la valigia perché me ne sarei andato per non tornare più. Volevo smettere di drogarmi! Uscii di casa con la mia valigia e chiesi aiuto a molti, ma le persone a me più care mi abbandonarono, proprio nel momento del bisogno. Mi venne in mente una donna che da anni mi parlava di Gesù, così corsi al suo negozio per chiederle aiuto. Aveva amicizie in diversi ospedali, le chiesi se poteva aiutarmi a liberarmi dalla droga e da quelli che volevano uccidermi. Lei mandò a chiamare un giovane infermiere credente dell’ospedale del mio quartiere, e a lui raccontai il mio desiderio di disintossicarmi. Mi disse che avrebbe parlato con un medico, ma la risposta non fu positiva. Quel giovane infermiere pregò Dio per me, con tutto il cuore. Mi portò a casa sua. Chi avrebbe mai portato a casa sua un delinquente? Solo colui al quale Dio ha detto di farlo! Questo caro infermiere radunò a casa sua un gruppo di giovani credenti che pregarono e piansero davanti a Dio, intercedendo per me. Esterrefatto, io li guardavo e pensavo: “Questi sono matti!” Stavo molto male, ero in di astinenza e volevo scappare via di lì. Pensavo che mi avrebbero aiutato con dei farmaci, ma mi invitarono semplicemente a pregare. Io non L’avevo mai fatto in vita mia, poi pensai alla sofferenza della mia famiglia, alla schiavitù dei altri miei fratelli… ero stanco di vivere così! Fu allora che, mentre quegli sconosciuti pregavano per me, sentii anch’io il bisogno di inginocchiarmi e gridare a Dio: “Se esisti veramente, abbi pietà di me, perdona tutti i miei peccati!”. Avvertii dentro di me una presenza indescrivibile, quella del Signore, che non avevo mai provato prima. Avvertivo il Suo amore, provavo la Sua pace, sentivo la Sua gioia dentro di me! E piansi di un pianto che non riuscivo a frenare; non avvertivo più la crisi di astinenza, la sporcizia del peccato veniva portata via mentre Dio entrava con il Suo potente amore. Da quel momento tutto è cambiato: sono letteralmente rinato! Nel corso dei giorni trascorsi in quella casa non avvertivo più il bisogno di rubare, né quello di drogarmi; una nuova vita era iniziata in me. Ebbi poi opportunità di entrare in un centro evangelico di recupero a Castellammare di Stabia (NA). In quel luogo, grazie alla preghiera, allo studio della Parola di Dio e all’aiuto dei fratelli responsabili, sono cresciuto come credente e come uomo. Il Signore che mi aveva savato stava riempiendo sempre più la mia vita, fino a battezzarmi nello Spirito Santo. La mia esperienza con Gesù è stata così forte e personale che ho subito cominciato a parlarne alla mia famiglia. Tutti si meravigliavano nel vedermi felice e gioioso mentre parlavo di Gesù, qualcuno addirittura mi prendeva per matto. Effettivamente le parole che udivano uscivano dalla bocca di uno che era stato spacciatore, ladro, con anni di carcere alle spalle… ma tutte queste cose sono passate, non son più lo stesso di un tempo! Ora mi sono sposato e ho due bellissimi figli. Sono ventisette anni che Dio ha salvato me e la mia famiglia. Da questa esperienza ho imparato che Dio può risolvere ogni tipo di problema e non c’è nulla che il Signore non possa fare! Ancora oggi in ogni mio bisogno non confido in me stesso, ma mi rivolgo all’unico Salvatore della mia vita. Voglio rivolgermi a te che stai leggendo questa mia testimonianza per incoraggiarti a credere in Gesù Cristo che è vivo, e che può entrare anche nella tua vita come ha fatto per me. Dio è spirito, non puoi vederLo fisicamente, ma se rivolgerai una semplice preghiera dal tuo cuore, Egli potrà compiere un miracolo anche in te, anche se i tuoi problemi forse sono essere diversi dai miei. by Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia

POTENZA NELLA PREGHIERA

POTENZA NELLA PREGHIERA

Dio è pronto a mostrarci quanta potenza abbiamo nella preghiera!

“Così Achab risalì per mangiare e bere; ma Elia salì in vetta al Karmel, si piegò fino a terra e si mise la faccia tra le ginocchia, e disse al suo servo: «Ora sali e guarda dalla parte del mare!». Egli salì, guardò e disse: «Non c’è niente». Elia gli disse: «Ritorna a vedere, per sette volte». La settima volta, il servo disse: «C’è una nuvoletta grossa come la palma di una mano” (1 Re 18:42-44).

Elia era umano ed era influenzato dalle stesse cose che influenzano noi – le stesse paure, desideri, speranze, disperazioni e bisogni – eppure le sue preghiere ottenevano risultati! Dio qui ci sta mostrando cosa fare in ogni crisi: Correre a Lui! Essere seri! Pregare affinché le porte si chiudano e si aprano! Elia pregò seriamente e continuò a pregare ed attendere finché il Signore non rispose. Egli mandò il suo servo sette volte a controllare l’orizzonte per un minimo segno.

Oggi, dopo uno o due incontri di preghiera, molliamo e ci adiriamo con Dio. Diciamo, “Non ha funzionato con me. Ho pregato e io e mio marito abbiamo ancora problemi. Ancora non ho ciò che mi serve”.

É ovvio che le persone non preghino perché pensano che non funzioni. Non sanno cosa significhi perseverare in preghiera, ritornare come Elia ogni volta con la faccia a terra. Noi definiamo ciò “afferrare Dio”. Nell’Antico Testamento viene definito “lottare con Dio”. La preghiera di Giacobbe fu “Non Ti lascerò andare finché Tu non mi abbia benedetto” (Genesi 32:26). L’attesa, i ritardi, sono per uno scopo: renderci conformi a Cristo. Non puoi trascorrere molto tempo alla Sua presenza senza iniziare a conoscerlo. Più la risposta è ritardata e con più efficacia pregherai, più Lui diventerà importante e meno lo diventerà la risposta. In un modo o nell’altro, vinci tu! by David Wilkerson

GRAZIA CHE FORTIFICA

GRAZIA CHE FORTIFICA

La maggior parte dei cristiani ha delle preoccupazioni pressanti nella propria vita – un figlio che si sta allontanando da Dio; un matrimonio pieno di tensione; una montagna di bollette senza soldi per poterle pagare. Perché dovresti preoccuparti di ricadere nelle opere quando stai affrontando questo tipo di problemi?

Credo che non esista una questione più pratica di un modo di ragionare schiavizzante come quello delle opere maggiori della grazia. Esso comporta delle implicazioni quotidiane, perché influisce direttamente su come gestisci i tuoi problemi.

Diciamo che un giovane dipendente dalla pornografia voglia esserne liberato. Anche lui tende ad avere la mentalità “delle opere”. Una sera legge il seguente passo: “Come può un giovane rendere la sua via pura? Custodendola con la tua parola” (Salmo 119:9). Il giovane pensa che se leggerà di più la sua Bibbia troverà libertà. Poi legge un passo che dice, “pregate gli uni per gli altri”. Allora si unisce a un gruppo di fratelli e chiede loro di pregare per lui.

Tutte le azioni da lui intraprese sono buone ma, nel suo cuore, lui dipende dal fare quelle cose – dalle opere – per ottenere la liberazione che cerca. In realtà, questa mentalità lo porterà solo più in basso nel legame della disperazione. Seguire Cristo non dipende dalle opere né dal lavorare per quello che solo Dio può provvedere mediante la fede.

Un altro giovane nella stessa chiesa sta lottando anch’egli con la pornografia. Prega, “Signore, sono debole senza di Te e lo so fin troppo bene. Ma so anche che Tu sei la mia speranza. Vengo a Te ora, lasciandomi dietro la disperazione e confidando che Tu compia l’opera Tua in me. So di aver bisogno di una cosa sola per vincere questo peccato: la Tua grazia che fortifica. Fa che scenda su di me ora. Altrimenti sono perduto”.

Quest’uomo riceverà la grazia potente di Dio. Perché? Perché ha abbattuto ogni barriera che lo separava da quella grazia – tutto con una semplice preghiera.

Questi due esempi potrebbero non sembrare troppo diversi in superficie. Ma nel regno spirituale, stanno avvenendo spostamenti tettonici. Un cuore si è allontanato dal vecchio patto schiavizzante che dice “me lo devo guadagnare” verso un patto che dice, “La Tua grazia guida ogni mio sforzo”.

Quando giungiamo a questo punto, vediamo Dio fare delle cose nella nostra vita che noi non potremmo mai fare con i nostri sforzi. Ti esorto, non trascurare la grande salvezza che hai ricevuto. Volgiti a Gesù, che è sempre più grande e la cui grazia rappresenta la tua forza per ogni cosa. by Gary Wilkerson