PREPARATI PER I GIORNI A VENIRE

PREPARATI PER I GIORNI A VENIRE

David Wilkerson (1931-2011)
March 22, 2019
“Ora il giorno del Signore verrà come un ladro di notte [improvvisamente]” (2 Pietro 3:10). Dio si usa di servi fedeli che ci comunicano le Sue parole di avvertimento a volte dai pulpiti e altre volte da uomini umili, sconosciuti e inaspettati. Solo coloro che non amano questo mondo e bramano la venuta del Signore sentiranno realmente risuonare il messaggio nei loro cuori.
Dio avverte i suoi fedeli di modo che quando l’improvviso disastro colpirà non saranno colti dalla paura. Quando accadranno eventi spaventosi, il popolo di Dio deve sapere che ciò che è accaduto non è un incidente o un qualcosa di casuale. Devono avere la pace di Cristo nei loro cuori, sapendo che il loro Dio governa ancora l’universo. Essi non andranno nel panico mentre i cuori degli altri uomini verranno colti dalla paura per via delle cose spaventose che vedranno arrivare sulla terra.
Pietro continua dicendo: “in quel giorno i cieli passeranno stridendo, gli elementi si dissolveranno consumati dal calore e la terra e le opere che sono in essa saranno arse” (3:10).
A chi sta indirizzando queste parole l’apostolo Pietro? La risposta si trova in 2 Pietro 3:1: “Carissimi, questa è già la seconda epistola che vi scrivo”. Egli sta scrivendo al residuo di credenti rimasti fedeli. Ogni volta che udiamo parole come quelle di Pietro, la nostra prima reazione è quella di indietreggiare. “Ci sono già troppe brutte notizie oggi. Perché dobbiamo ascoltare questo messaggio adesso? Perché non lasciamo che accada?” Ma Pietro aveva un motivo: “Poiché dunque tutte queste cose devono essere distrutte, come non dovreste voi avere una condotta santa e pia” (3:11).
Alla luce dell’improvviso dissolvimento di tutte le cose, l’amato popolo di Dio dovrebbe controllare il proprio comportamento. Coloro che aspettano il compimento delle profezie della Bibbia dovrebbero conformarsi all’immagine di Cristo, nella condotta, nelle conversazioni e nei pensieri. Non ti sbagliare, il fuoco sta arrivando e per questo motivo dobbiamo “essere trovati da lui immacolati e irreprensibili, in pace” (3:14).

UN MERAVIGLIOSO ESEMPIO DI FEDE NELL’AVVERSITÀ

UN MERAVIGLIOSO ESEMPIO DI FEDE NELL’AVVERSITÀ

David Wilkerson (1931-2011)
March 1, 2019

Quando Paolo scrisse la sua lettera ai Filippesi, era detenuto in una prigione Romana, i suoi piedi erano incatenati ad un soldato da entrambi i lati. Le condizioni erano orribili e Paolo subì delle grandi umiliazioni, non era mai solo ed era privo di ogni libertà.

Pensaci. Ecco un uomo che era stato molto attivo, che aveva viaggiato per le strade aperte ed i grandi mari per incontrare ed avere comunione con il popolo di Dio. La più grande gioia di Paolo fu proprio quella di visitare le chiese che lui stesso aveva fondato nelle varie regioni del mondo. Adesso però era in catene, letteralmente legato a degli uomini fra i più duri e profani in vita all’epoca.

Alcuni fra i cristiani che conobbero Paolo cominciarono a mormorare che stava arrecando disonore al vangelo a causa di quella situazione. Ma Paolo era intento a cercare di capire quale fosse il proposito di Dio per aver permesso di farlo arrivare fino a quel punto. Invece di chiedere: “Perché mi è successo questo?” Decise di scoprire quale dovesse essere la sua reazione. Questo servo di Dio decise: “Non posso cambiare la situazione in cui mi trovo ma so che i miei passi sono guidati dal Signore. Dunque, magnificherò Cristo e sarò di testimonianza mentre sono in catene”.

“Ora come sempre, Cristo sarà magnificato nel mio corpo, o per vita o per morte” (Filippesi 1:20). Paolo non era affatto rassegnato o indifferente di fronte alle sue circostanze ma era certo che la Parola di Dio sarebbe stata confermata mediante la sua reazione all’afflizione. “Sapendo che sono stabilito alla difesa dell’evangelo… Cristo è annunziato; e di questo mi rallegro, anzi me ne rallegrerò anche per l’avvenire” (1:17-18).

L’attitudine di Paolo è una meravigliosa dimostrazione di come noi dovremmo reagire alle circostanze avverse. Rovineremmo ogni nostro domani se aspettassimo ansiosamente di essere liberati dalle nostre sofferenze, ma se ciò diventasse il nostro pensiero fisso, ci perderemmo il miracolo e la gioia di vedere la liberazione dalla nostra prova. La parola di Paolo ai Filippesi fu: “Rallegratevi del continuo nel Signore lo ripeto ancora: Rallegratevi” (4:4). Ed io dico a te: “Rallegrati nel Signore, sempre!”

CONFIDARE IN DIO OGNI GIORNO

CONFIDARE IN DIO OGNI GIORNO

David Wilkerson (1931-2011)
February 28, 2019

Il Signore apparve ad Abrahamo e gli diede un incredibile comandamento: “Vattene dal tuo paese, dal tuo parentado e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò” (Genesi 12:1).

Incredibile! Improvvisamente, Dio scelse un uomo e gli disse: “Voglio che tu vada via, lasciati tutto alle spalle: la tua casa, i tuoi parenti, anche il tuo paese. Voglio mandarti da qualche parte e lungo la via sarò Io a guidarti per arrivarci”.

Come rispose Abrahamo a questa parola incredibile da parte del Signore? “Per fede Abrahamo, quando fu chiamato, ubbidì per andarsene verso il luogo che doveva ricevere in eredità; e partì non sapendo dove andava” (Ebrei 11:8).

Pensa un attimo a ciò che Dio stava chiedendo ad Abrahamo. Egli non mostrò lui come avrebbe supportato la sua famiglia, quanto lontano sarebbe andato o quando sarebbe arrivato. All’inizio egli disse lui due cose semplicemente: “Vai” e “Ti mostrerò la via”.

Che comando incredibile diede Dio. In poche parole egli disse ad Abrahamo: “Da questo giorno in poi voglio che tu mi dia tutti i tuoi domani. Dovrai vivere la tua vita mettendo il tuo futuro nelle mie mani, un giorno alla volta. Se ti impegnerai a fare tutto questo, Io ti benedirò, ti guiderò e ti condurrò in un luogo che non hai mai immaginato”.

Dio vuole portare ogni membro del corpo di Cristo nello stesso luogo. Infatti, è ciò che gli studiosi della Bibbia chiamano: “l’uomo esempio”, qualcuno che serve a noi come esempio per capire come camminare davanti al Signore. Abramo è inoltre l’esempio che ci mostra ciò che è richiesto a tutti quelli che cercano di piacere a Dio.

L’apostolo Paolo ci dice che tutti coloro che credono e confidano in Cristo sono figli di Abrahamo (“Sappiate pure che coloro che sono dalla fede sono figli di Abrahamo” Galati 3:7). In breve, piacciamo a Dio se confidiamo in lui. Hai messo tutti i tuoi domani nelle mani del Signore come fece Abrahamo?

LE BUGIE DEL DIAVOLO SULLA SPERANZA

LE BUGIE DEL DIAVOLO SULLA SPERANZA

David Wilkerson (1931-2011)
February 21, 2019

Cos’è che può fare il popolo di Dio per toccare il cuore del Signore in questi tempi difficili? La chiesa non ha alcun potere per fare qualcosa? Dobbiamo restare seduti ed attendere il ritorno di Cristo o siamo chiamati a compiere azioni drastiche? Quando tutto ciò che è intorno a noi trema, i cuori degli uomini vengono meno per la paura, siamo chiamati a prendere le armi spirituali e batterci con l’avversario? Certamente, i seguaci di Cristo hanno un ruolo in questi tempi oscuri, ma cos’è che dobbiamo fare? Dobbiamo uniformarci con il mondo, cercando di afferrare la nostra parte? No, mai!

Durante il periodo in cui visse il profeta Gioele, arrivò per Israele un giorno oscuro come mai era stato visto prima nella storia. Il profeta arrivò anche a gridare: “Ahimè, per quel giorno! Poiché il giorno dell’Eterno è vicino” (Gioele 1:15). Il consiglio di Gioele per Israele fu: “«Perciò ora», dice l’Eterno, «tornate a me con tutto il vostro cuore, con digiuni, con pianti e con lamenti»… tornate all’Eterno, il vostro DIO, perché egli è misericordioso e pieno di compassione, lento all’ira e di grande benignità” (Gioele 2:12-13).

Ecco la chiamata di Dio per la chiesa: “Non vi scoraggiate e non disperate. Non dovete credere alle bugie del diavolo che non c’è più speranza”. Ma al contrario, secondo Gioele, il grido del popolo al Signore doveva essere: “Signore, poni fine a tutto questo nel tuo nome. Non permettere che la tua chiesa venga presa in giro ancora una volta”. Ed il Signore rispose: “Anche adesso, nonostante se voi mi abbiate messo fuori da tutto e la mia compassione vi sembra impossibile, anche se il genere umano ha ridicolizzato i miei avvertimenti, la paura e l’oscurità stanno coprendo la terra, anche adesso, io vi esorto di tornare a me e mostrare al mondo la mia misericordia”.

Satana vuole che la chiesa pensi che non ci sia speranza ma Dio viene a noi attraverso le parole di Gioele: “C’è speranza e misericordia, anche adesso. Io sono mansueto e lento all’ira ed ora è tempo per voi di tornare a me in preghiera”. È tempo di tornare al Signore in preghiera come mai prima!

SIGNORE, AIUTAMI A DEPORRE OGNI COSA

SIGNORE, AIUTAMI A DEPORRE OGNI COSA

“E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore, che è lo Spirito” (2 Corinzi 3:18).

I credenti passano troppo tempo a pregare: “Dio, cambia le mie circostanze; cambia i miei colleghi; cambia la mia situazione familiare; cambia le condizioni della mia vita”. Ma sempre più raramente facciamo la preghiera più importante: “Cambiami, Signore. Sono io che ho bisogno di pregare”.

Dio orchestra i passi e le vite di tutti i suoi figli e non permette che niente ci accada per puro caso o fato. Credici o meno, egli ha permesso anche la tua crisi. Cosa sta tentando di dirti attraverso di essa?

Che ti piaccia o meno siamo tutti in un processo di cambiamento in un modo o nell’altro. Nella sfera spirituale, non c’è niente riconducibile alla mera esistenza; veniamo costantemente cambiati, in meglio o in peggio. Stiamo diventando o più come il nostro Signore o più come il mondo, crescendo in Cristo o traviandoci.

Dunque, stai diventando più una persona di indole dolce, come Gesù? Stai assennatamente guardando nello specchio ogni giorno e pregando, “Signore, voglio conformarmi alla Tua immagine in ogni campo della mia vita?” Oppure la tua amarezza ha messo radici, trasformandosi in ribellione e durezza di cuore?

Lasciami dire apertamente che se ostacoli la persuasione che viene dalla Parola di Dio e la voce del suo Spirito, la tua vita diventerà più caotica e la tua situazione peggiorerà. Ti invito a gridare onestamente al Signore in preghiera: “Cambiami, oh Dio. Scava profondamente dentro di me e mostrami dov’è che ho fallito e sono andato a finire”.

Se desideri sinceramente di essere cambiato, la Parola di Dio è piena di saggezza e sarà la tua guida. Se farai affidamento solo sullo Spirito Santo, egli toglierà via il velo dai tuoi occhi e comincerai a cambiare in quell’esatto momento. by David Wilkerson

DUNQUE, SIATE SERI

DUNQUE, SIATE SERI

Forse non ci vuoi pensare o accettarlo, ma se sei determinato a seguire Gesù con tutto il tuo cuore, Satana ha già decretato la tua distruzione. Egli investirà la tua vita con un’ondata di problemi di ogni tipo.

L’apostolo Pietro avverte: “La fine di tutte le cose è vicina; siate dunque moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera” (1 Pietro 4:7). In altre parole: “Non è più tempo di essere superficiali. Dovete avere una mente sobria per le cose spirituali perché ora è questione di vita o di morte”.

Perché bisogna essere così seri? Perché la fine dei tempi è vicina ed il nostro nemico ha alzato la temperatura. Ci sta girando intorno come un leone, nascondendosi fra l’erba, in attesa di un’opportunità per avventarsi su di noi. Egli ci vuole divorare, distruggere completamente la nostra fede in Cristo.

Alcuni cristiani dicono che non dovremmo affatto parlare del diavolo, che sarebbe meglio se lo ignorassimo. Altri scacciano via l’idea della sua completa esistenza. I teologi liberali, per esempio, asseriscono che il diavolo non esista, e che non esista né inferno né paradiso.

Ma il nemico delle nostre anime è reale! Poche figure bibliche sono state identificate così chiaramente e largamente e non ha affatto intenzione di andare via. Viene descritto come Lucifero, Satana, diavolo, ingannatore, l’avversario, il malvagio, usurpatore, impostore, accusatore, divoratore, principe di questo mondo, re dell’oscurità, serpente antico.

Queste descrizioni enfatiche mi dicono che il diavolo esiste e sappiamo dalle Scritture che ha un potere reale. Anche adesso è all’opera sulla terra, sulle nostre nazioni, città, chiese, case e vite individuali. E non dobbiamo essere ignoranti sui suoi metodi e strategie di guerra.

“Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli stando fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze affliggono i vostri fratelli sparsi per il mondo” (1 Pietro 5:8-9). by David Wilkerson

UNA CHIESA PIÙ SANA

UNA CHIESA PIÙ SANA

Paolo, pastore, anziano e apostolo, aveva fondato una chiesa a Corinto. Si prese profondamente cura per le persone di questa sua congregazione ed ebbe per loro un messaggio speciale: “ Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente” (1 Corinzi 13:3).

Paolo insegnava spesso su temi dottrinali ma questa volta stava parlando direttamente alla sua “famiglia”, le persone che lì si riunivano insieme. Stava raccomandando loro di diventare dei credenti sani e volle assicurarli che lui li amava molto, così come dovevano amarsi fra di loro. Il mondo è pieno di divisione e rifiuto, dunque, i credenti hanno bisogno di trovare qualcosa di completamente diverso nella chiesa.

Per alcuni, è più facile amare gli abitanti dell’Africa, dell’India o della Cina che amare coloro che fanno parte della chiesa. Le persone hanno problemi e non sono sempre fedeli, affettuose e pronte a perdonare. Per questi motivi è difficile provare l’amore di Cristo per loro, ma è proprio ciò che Dio ci chiama a fare e Paolo sta parlando proprio di questo. Puoi anche andare ad evangelizzare nella tua città con la passione e lo zelo di un missionario, ma se non ami coloro che ti stanno intorno, tutto questo non avrà effetto.

Possiamo anche far convertire persone al cristianesimo, ma nel nostro cuore dobbiamo avere amore gli uni per gli altri. Desidero che tutti i cristiani abbiano una passione evangelistica infuocata per raggiungere i perduti ed i poveri, ma desidero anche vederli ripieni d’amore. Più lottiamo per essere parte del Corpo di Cristo di cui parla Paolo, più la chiesa diventa sana, ma diventiamo anche dei discepoli più sani.

La salute è contagiosa proprio come lo è la malattia quindi sforziamoci di diffondere l’amore e la gioia del Signore a coloro che ci stanno attorno. by Gary Wilkerson

UN PO’ DI LIEVITO

UN PO’ DI LIEVITO

Paolo chiese alla chiesa di Galati, “Voi correvate bene; chi vi ha ostacolato impedendovi di ubbidire alla verità? Questa persuasione non viene da colui che vi chiama. Un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta” (Galati 5:7-9).

Paolo qui si riferisce a una mentalità, a una credenza dottrinale o un punto teologico. Sta chiedendo, “Cosa c’è nella vostra vita che vi trattiene dal proseguire nella piena benedizione di Cristo? Andavate così bene un tempo. Vi conosco come persone di preghiera e operate diligentemente per compiere buone opere, però c’è qualcosa che non va. Non vi vedo più crescere. Piuttosto, siete tornati ad affidarvi alla carne. Non sento il dolce profumo di Cristo che una volta avevate. La vostra certezza, chiarezza, la vostra visione, sono sparite. Qualcosa vi sta ostacolando.

“Cosa può avervi persuaso ad adagiarvi in questa condizione? Qualsiasi cosa sia, vi dico che non è da parte di Dio. Infatti, avverto che c’è del lievito in voi, una qualche sorta di compromesso. Qualcosa vi sta offuscando, qualcosa alla quale, forse, vi state aggrappando. E sta facendo in modo che il Signore non sia contento di voi. Ditemi, di cosa si tratta?”

Conosco così tanti cristiani oggi che una volta erano potentemente usati da Dio. Queste persone erano santi devoti, credenti, di preghiera. Ma poi è successo loro qualcosa che, in qualche modo, ha impedito loro di sperimentare la pienezza della benedizione di Cristo.

Ciò riguarda anche molti ministri che conosco. Questi uomini hanno visto vittoria dopo vittoria nel loro cammino col Signore, ma qualcosa si è insinuato nella loro vita, qualche compromesso e, col tempo, vi si sono rassegnati. Spesso quel lievito ostacolante era un solo peccato schiacciante.

A tutte queste persone, Paolo chiede, “Cos’è successo? Cosa sta impedendo il fluire della benedizione di Cristo nella tua vita? Quale lievito si è insinuato?”

Paolo termina questo passo avvertendo i galati, “Un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta” (Galati 5:9). by David Wilkerson

DIRETTA VERSO UNA COLLISIONE

DIRETTA VERSO UNA COLLISIONE

Gesù ordinò ai Suoi discepoli di salire su una barca diretta verso una collisione. La Bibbia dice che Egli li “costrinse a salire sulla barca” (Matteo 14:22). La barca era diretta verso acque agitate; sarebbe stata sballottata come un pezzo di sughero; i discepoli sarebbero stati scaraventato in un’esperienza da mini-Titanic – e Gesù lo sapeva sin dall’inizio.

Dov’era Gesù? Egli era sul monte, osservando il mare, guardando i discepoli e pregando per loro che non fallissero la prova che Lui sapeva dovevano attraversare. Il viaggio in barca, la tempesta, le onde burrascose, i venti, tutto faceva parte di una prova progettata dal Padre. Stavano per imparare la più grande lezione di sempre – la lezione su come riconoscere Gesù nella tempesta!

A questo punto, i discepoli Lo riconoscevano come operatore di prodigi, l’Uomo che aveva trasformato dei pesci in cibo miracoloso. Lo riconoscevano come amico dei peccatori, Colui che aveva portato salvezza ad ogni sorta d’umanità. Lo conoscevano come Colui che provvedeva a ogni loro bisogno, persino pagando le loro tasse coi soldi tratti dalla bocca di un pesce.

Riconoscevano Gesù come “il Cristo, il Figlio di Dio”. Lo conoscevano come un insegnante, che insegnava loro come pregare, perdonare, legare e sciogliere. Sapevano che avesse parole di vita eterna. Sapevano che avesse potenza sopra ogni opera del diavolo. Non avevano però mai imparato a riconoscere Gesù nella tempesta.

Questa è la radice di molti dei nostri guai oggi. Confidiamo in Gesù affinché compia miracoli e guarigioni. Crediamo in Lui per ottenere salvezza e perdono dei peccati. Guardiamo a Lui come Colui che provvede a ogni nostro bisogno. Confidiamo in Lui affinché un giorno ci porti nella gloria. Quando però una tempesta improvvisa si abbatte su di noi e tutto sembra crollare, troviamo difficile vedere Gesù vicino a noi. Non riusciamo a credere che possa permettere delle tempeste per insegnarci come avere fiducia. Non siamo mai abbastanza certi che Egli sia vicino quando le cose si agitano davvero.

C’era una sola lezione che i discepoli dovevano imparare in questa tempesta – una sola! Una lezione semplice – non una profonda, mistica, da far tremare la terra. Gesù voleva semplicemente che confidassero in Lui come loro Signore in ogni tempesta della vita. Voleva semplicemente che i discepoli mantenessero la loro fiducia e allegrezza persino nei momento più neri della prova. Tutto qua! by David Wilkerson

IL SUO PIANO PERFETTO

IL SUO PIANO PERFETTO

Uno dei passi più incoraggianti della Bibbia si trova in 2 Corinzi 4:7: “Or noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinché l’eccellenza di questa potenza sia di Dio e non da noi”. Poi Paolo prosegue descrivendo quei vasi di terra – uomini morenti, aggravati da ogni lato, perplessi, perseguitati, abbattuti. E sebbene mai abbandonati o disperati, quegli uomini usati da Dio soffrivano continuamente sotto il peso dei loro corpi, aspettando ansiosamente di essere rivestiti di corpi nuovi.

Dio si fa beffe della potenza umana. Egli ride dei nostri sforzi egoistici di essere buoni. Egli non usa mai i superiori e i potenti, piuttosto, Egli usa le cose deboli di questo mondo per confondere le sagge.

“Riguardate infatti la vostra vocazione, fratelli, poiché non ci sono tra di voi molti savi secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili, ma Dio ha scelto le cose stolte del mondo per svergognare le savie; e Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; e Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose spregevoli e le cose che non sono per ridurre al niente quelle che sono, affinché nessuna carne si glori alla sua presenza” (1 Corinzi 1:26-29).

Descrive proprio me! Una cosa debole, una cosa stolta, una cosa disprezzata, non proprio nobile, non proprio brillante. Tuttavia, nel Suo piano perfetto – il più grande mistero sulla terra – Dio ci chiama nella nostra debolezza. Egli ripone il Suo tesoro inestimabile in questi vasi di terra perché Si diletta nel fare l’impossibile dal nulla.

Ho visto Israel Narvaez, il capo della gang Mau Mau, inginocchiarsi e ricevere Cristo come Signore. Non fu solo un’esperienza emotiva, superficiale – fu reale. Israel però tornò alla sua gang e finì in prigione, complice di un omicidio. Dio lo aveva forse abbandonato? Neanche per un istante! Oggi Israel è un ministro dell’evangelo, avendo accettato l’amore e il perdono di un Salvatore benevolo.

Sei venuto meno? C’è un peccato che tanto facilmente ti schiaccia? Ti senti come un codardo indebolito, incapace di ottenere vittoria su un peccato segreto? Insieme a quella debolezza però c’è anche fame di Dio? Aneli Lui – Lo ami – vuoi stargli vicino? Quella fame e quella sete sono la chiave per la tua vittoria. Ciò ti separa da tutti gli altri colpevoli di essere venuti meno davanti a Dio. Devi tenere viva quella fame. Continua ad avere sete di giustizia. Non giustificare mai la tua debolezza, non cedere mai ad essa e non accettarla mai come parte della tua vita. by David Wilkerson