DUE PILASTRI DELLA PACE

DUE PILASTRI DELLA PACE

David Wilkerson (1931-2011)
May 2, 2019

“A colui che è fermo nei suoi sentimenti tu conservi la pace, la pace, perché in te confida… Sulla via dei tuoi giudizi, Signore, noi ti abbiamo aspettato! Al tuo nome, al tuo ricordo anela l’anima” (Isaia 26:3, 8).

Quando stai affrontando giorni difficili, Satana vuole derubarti di ogni speranza consumandoti con pensieri premonitori. Potresti impantanarti dalla paura se sei ossessionato dai tempi incerti o dal tempo perso a cercare di capire il futuro.

Isaia fu sopraffatto da ciò che vide accadere nel mondo intorno a lui, ma la Scrittura rivela che godette di grande pace per due motivi:
•Isaia era in costante comunione con Dio in preghiera. “Signore, noi ti abbiamo aspettato! Al tuo nome, al tuo ricordo anela l’anima”(26:8). Isaia era preparato a tutto, perché stava già “pregando senza sosta”.
•Si abbandonò alla semplice fiducia nel Signore, la sua roccia. “Confidate per sempre nel Signore, perché il Signore, sì, il Signore, è la roccia dei secoli” (26:4). “Ecco, Dio è la mia salvezza; io avrò fiducia e non avrò paura di nulla, poiché il Signore, il Signore è la mia forza e il mio cantico” (12:2).

La stessa meravigliosa prospettiva che Isaia aveva nei tempi difficili del suo tempo è a nostra disposizione oggi. Le promesse di riposo si applicano a “tutti coloro che sono fermi nei loro sentimenti”.

“In quel giorno si dirà: «Ecco, questo è il nostro Dio; in lui abbiamo sperato ed egli ci ha salvati. Questo è il Signore in cui abbiamo sperato; esultiamo, rallegriamoci per la sua salvezza!»” (Isaia 25: 9).

Mentre la tempesta infuria intorno a te, vai al Signore in preghiera, come fece Isaia? Se è così, allora stai guadagnando forza. Fissa la tua mente all’amore sovrano del tuo Padre celeste e lui rivelerà continuamente il suo potere a te e ti incoraggerà a superare tutto.

DELUSI DA DIO

DELUSI DA DIO

Almeno una volta nella vita è successo anche a te: qualcuno su cui contavi ha tradito la tua fiducia comportandosi slealmente o ti ha dimostrato di non tenere al vostro rapporto come ci tenevi tu. In seguito a quella delusione, forse hai scoperto di essere diventato non soltanto più prudente, ma addirittura diffidente nei confronti degli altri, o magari ti sei reso conto che da allora fai un po’ più di fatica ad aprirti a nuovi contatti e a nuove relazioni.
È quasi superfluo ammettere che per la strada della disillusione siamo passati praticamente tutti… Ma che dire di quelle situazioni in cui abbiamo l’impressione che ad averci deluso sia stato non un essere umano bensì Dio? Anche tu, probabilmente, hai sperato con tutto te stesso che Lui avrebbe risposto in un determinato modo a una tua richiesta, ma gli eventi hanno preso una piega ben diversa da quella che ti saresti atteso. E così, al dolore per il mancato esaudimento si è aggiunto un pensiero ancor più penoso: «Com’è possibile che Dio abbia tradito le mie aspettative?». Forse hai tentato di scacciare questo pensiero con frasi di circostanza come «Se è andata così, un motivo ci sarà», ma è inutile negare che espressioni del genere sono solo una magra consolazione e servono al massimo a nascondere agli altri la tua amarezza. La verità, in fondo, è che in questi casi a tutti noi verrebbe voglia di gridare che non è giusto che le cose si siano messe in una certa maniera, che non ce lo meritavamo, e il rischio di credere che Dio ci abbia fatto un torto è dietro l’angolo (Salmo 73:2-3). Può consolarci, però, sapere che anche grandi uomini di Dio hanno provato questo sentimento e che sono riusciti a sconfiggerlo ricercando una più profonda comunione con Dio. Pensiamo, ad esempio, a Davide, il quale, nei salmi da lui stesso composti, non si è vergognato di confessare con piena sincerità le sue emozioni ferite:

– Davide si sentiva deluso nel vedere i suoi nemici trionfare. Leggendo la sua storia, apprendiamo che la sua vita è stata costellata di importanti vittorie, ma impariamo pure che i suoi nemici non gli hanno risparmiato i loro attacchi, peraltro immotivati: «[…] quelli che senza motivo mi sono nemici sono forti, quelli che m’odiano a torto si sono moltiplicati» (Salmo 38:19). Nel combattimento contro la delusione, tuttavia, Davide ha sfoderato un’infallibile ‘arma segreta’, la preghiera: «Io invocai il Signore ch’è degno d’ogni lode e fui salvato dai miei nemici» (Salmo 18:3). Quest’arma è ancora a nostra disposizione!

– Davide è stato deluso dal comportamento sleale di persone a lui care. «Se mi avesse offeso un nemico, l’avrei sopportato […]; ma sei stato tu, l’uomo ch’io stimavo come mio pari, mio compagno e mio intimo amico» (Salmo 55:12,13). Il tradimento che subiamo da parte di qualcuno che ci è particolarmente vicino è uno dei colpi più duri che possiamo incassare nella vita, e nessuno come Gesù può comprenderci, dal momento che Egli è stato tradito da uno dei Suoi discepoli! È per questo che possiamo confidare a Lui i nostri sentimenti e trovare poi riposo in una silenziosa attesa della Sua consolazione. Ascoltiamo ancora l’invito di Davide: «Sta’ in silenzio davanti al Signore, e aspettalo […]. Cessa dall’ira e lascia lo sdegno; non adirarti; ciò spingerebbe anche te a fare il male. Poiché i malvagi saranno sterminati; ma quelli che sperano nel Signore possederanno la terra» (Salmo 37:7-9);

– Davide era deluso perché nel caos delle circostanze stentava talvolta a riconoscere la via di Dio. Desiderava vivere in armonia con la volontà del Signore (Salmo 25:4), ma non sempre riusciva a scorgere la Sua opera nelle vicende della propria vita: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Salmo 22:1). In quei momenti, però, Davide ha trovato la forza di ricordare a sé stesso che, nonostante tutto, Dio era e rimaneva il suo Dio (Salmo 22:10), anche quando sembrava che il buio delle difficoltà avesse offuscato il Suo volto. Come Davide, anche noi possiamo ricordare a noi stessi chi è il nostro Dio e che cosa ha già fatto per noi: questo ci aiuterà a guarire dalla delusione e a vedere, anche nelle esperienze più dolorose, la Sua mano che sta modellando la nostra vita secondo i Suoi meravigliosi progetti (Isaia 55:8-9);

– Davide era deluso perché si riteneva colpito e umiliato da Dio. «Non ricordarti dei peccati della mia gioventù, né delle mie trasgressioni» (Salmo 25:7). A volte, non diversamente da Davide, siamo portati a interpretare i ‘momenti no’ della nostra vita come una condanna che il Signore ci sta infliggendo per le nostre colpe passate. Finiamo, allora, per trascurare il fatto che per la Sua grazia Dio ha perdonato i nostri peccati e ha scelto di dimenticarli (Isaia 43:25)! Quindi, se la tua delusione si sta mescolando a sensi di colpa che ti opprimono, non lasciarti paralizzare: come Davide, invoca il perdono del Signore (Salmo 32:5-6) e poi vivi in libertà il tuo cammino con Lui!

Ti salutiamo con due versetti, anch’essi tratti da un salmo di Davide: «Dio mio, in te confido; fa’ che io non sia deluso […]. I miei occhi sono sempre rivolti al Signore, perché sarà Lui a trarre i miei piedi dalla rete» (Salmo 25:2,15). Tieni il tuo sguardo fisso su Dio, legati a Lui attraverso la preghiera e la lettura della Bibbia… e la rete della delusione non potrà intrappolarti!

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IL FALLIMENTO NON DEVE AVERE L’ULTIMA PAROLA

IL FALLIMENTO NON DEVE AVERE L’ULTIMA PAROLA

Di fronte a un fallimento, Dema e Marco rappresentano due figure antitetiche. Il primo ci suggerisce parole di avvertimento, mentre il secondo, evoca espressioni cariche di speranza. Poiché “manchiamo tutti in molte cose” (Giacomo 3:2), abbiamo bisogno di ambedue gli esempi.

Dema

Che cosa accadde a Dema? Non lo sappiamo, ma la chiave per capirlo sta nelle parole accorate di Paolo, tra le ultime pronunciate dall’apostolo prima della sua esecuzione a Roma: “Dema, avendo amato questo mondo, mi ha lasciato e se n’è andato a Tessalonica” (2 Timoteo 4:10). Forse Dema aveva timore di subire una condanna a morte e si è nascosto. Forse si era defilato, rifiutando un ruolo attivo nell’opera del Signore e finendo col soccombere alle sirene ammalianti della seduzione. O forse ancora, è stato assorbito dalla frenesia della vita urbana di Tessalonica, cosmopolita, ricca di fascino e culturalmente intrigante. Qualunque siano stati i motivi della defezione di Dema, l’apostolo Paolo l’ha intesa come una questione che aveva a che fare con l’amore per il mondo.

Marco

In questa stessa Lettera a Timoteo, soltanto poche frasi dopo le considerazioni riguardanti Dema, l’apostolo Paolo si esprime in termini che lasciano trasparire una vivida speranza: “Prendi Marco e conducilo con te; poiché mi è molto utile per il ministero” (2 Timoteo 4:11). Ricordi Marco? È stato il primo ad abbandonare Paolo. Anni addietro, durante il primo viaggio missionario, Marco lasciò Paolo e Barnaba in Panfilia e ritornò a casa, a Gerusalemme (Atti 13:13). Nemmeno in questo caso conosciamo il motivo della sua scelta.

Sappiamo che Paolo non era d’accordo. In effetti, quando Barnaba voleva far ricongiungere al gruppo Marco, dopo il Concilio di Gerusalemme, Paolo si espresse senza riserve in termini assolutamente negativi, mostrando la sua ferma contrarietà (15:37-40).

Ora, verso la fine del suo percorso terreno, l’apostolo mostra piena fiducia nei confronti di Marco e definisce il suo impegno “molto utile” per la causa dell’Evangelo.

Una parola di avvertimento

Dema è un segnale d’allarme per noi tutti. Ha iniziato bene il suo cammino di fede. Quattro o cinque anni prima, in occasione di una precedente prigionia, Paolo ha definito Dema un “collaboratore” nella diffusione dell’Evangelo (Colossesi 4:14; Filemone 1:24). Ci fu un tempo in cui sembrava che Dema avesse scelto, come Mosè, di “essere maltrattato con il popolo di Dio [piuttosto] che godere per breve tempo i piaceri del peccato” (Ebrei 11:25).

Ciò nonostante, l’epilogo della vita spirituale di Dema non è stato altrettanto positivo. Un tempo aveva combattuto per l’avanzamento del regno accanto a Paolo, ma poi lo aveva completamente abbandonato passando alla sponda opposta. Ecco una parola che rappresenta per tutti noi un severo monito e un costante avvertimento: “Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. Resistetegli stando fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze affliggono i vostri fratelli sparsi per il mondo” (1 Pietro 5:8, 9). Il nostro nemico è molto concreto e assai scaltro. Minaccia e seduce, al punto che persino delle guide animate dalle migliori intenzioni, esattamente come Dema, possono cadere vittime dell’inganno. Noi dobbiamo combattere “il buon combattimento della fede” (1 Timoteo 6:12) e fare tutto il possibile per resistere (Efesini 6:13).

Una parola di speranza

Marco, dall’altro lato, rimane per noi un esempio di grande incoraggiamento. È partito piano; sembrava non possedere i tratti del vincente. Ha deluso le sue guide e i suoi amici, lasciandoli soli ad affrontare le avversità e gli impegni più gravosi, mentre lui se ne tornava a casa. Eppure, Marco ha terminato bene il suo cammino. A un certo punto si è unito alla battaglia e si è dimostrato fedele e degno di fiducia: un abile guerriero. E, se la tradizione che ci è stata tramandata è corretta, il Signore gli ha concesso il privilegio di contribuire al canone del Nuovo Testamento, di fondare una chiesa ad Alessandria, ed essere martirizzato per la causa di Cristo.

Ristabilisciti e arruolati di nuovo

Tutti noi falliamo. E per certo alcuni fallimenti determinano una serie di conseguenze piuttosto penose. Tuttavia, se dalle nostre abitudini di peccato torniamo a Cristo, non c’è sconfitta che per mezzo della croce non possa essere oggetto di redenzione. E se siamo in attesa del Signore, non c’è fallimento che Cristo non abbia la capacità di tramutare in un’occasione di servizio che si rivelerà utile per la gloria del Suo Santo nome. Gesù sceglie e usa i fallimenti.

L’apostolo Paolo lo sapeva per esperienza personale: “Io ringrazio colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù, nostro Signore, per avermi stimato degno della sua fiducia, ponendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento; ma misericordia mi è stata usata …” (1 Timoteo 1:12, 13).

Non conosciamo le ultime parole di Dema. Mi auguro che alla fine possa essersi pentito. Come ci suggerisce l’esempio di Marco, l’insuccesso non necessariamente rappresenta l’ultima parola che la vita ha in serbo per noi. Qualsiasi fallimento passato o presente possa affiorare nella tua vita, portalo ai piedi della croce e lascialo andare! Vieni, e ristabilisci il tuo cuore presso Gesù. Se ti sei allontanato dalla battaglia della fede senza essere in congedo, arruolati nuovamente e affronta ancora una volta il combattimento.

Non è mai troppo tardi. Dimentica il passato e concentrati sul futuro (Filippesi 3:12). Proponiti ancora di seguire Gesù, il tuo autentico tesoro. Potrai vedere con i tuoi occhi come Egli redime i tuoi peggiori fallimenti e ti rende adatto al Suo servizio.


Questo testo è un estratto di Realtà Che Non Si Vedono di Jon Bloom, storie di uomini e donne che hanno realizzato le promesse di Dio, pubblicato da ADI-Media.

Copyright © 2017 Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia”

TROVARE RIPOSO IN DIO

TROVARE RIPOSO IN DIO

David Wilkerson (1931-2011)
April 4, 2019

Satana ama mentire ai figli di Dio. Egli punta su coloro che sono determinati ad entrare nel riposo promesso da Dio. “Rimane dunque un riposo sabatico per il popolo di Dio; infatti chi entra nel riposo di Dio si riposa anche lui dalle proprie opere, come Dio si riposò dalle sue. Sforziamoci dunque di entrare in quel riposo, affinché nessuno cada seguendo lo stesso esempio di disubbidienza” (Ebrei 4:9-11).

Cosa vuol dire “riposare in Dio”? Vuol dire giungere ad un luogo di totale fiducia nelle promesse del Signore, un luogo dove non c’è più alcuna difficoltà, dubbio o paura, anzi c’è una fiducia sicura. È il credere fermamente che Dio è con noi, che non ci deluderà e che ci tirerà fuori da ciò che stiamo attraversando.

Proprio quando stai per entrare in questa nuova vita di fiducia, quando la tua carne è stata messa in croce e tu stai dipendendo completamente dal Signore che il vecchio serpente arriva con un pacco di accuse appena escogitate. Egli conosce quanto tu sia consacrato al Signore, il tuo desiderio di fare tutto ciò che Dio ti ha chiamato a fare. Dunque, Satana fa in modo attirare la tua attenzione in modo da cominciare a farti ascoltare le sue orribili bugie. Alcuni esempi delle bugie del nemico sono:
•“Non stai facendo alcun progresso spirituale”.
•“Sei troppo debole per la guerra spirituale”.
•“Dio non è con te; lo hai rattristato oltremodo”.

Satana sussurra e tenta di buttarti giù. Ma proprio come Gesù restò fedele al Padre confidando in lui, anche la nostra fiducia deve essere la stessa. “Ma Cristo lo è come Figlio, sopra la sua casa; e la sua casa siamo noi se manteniamo ferma sino alla fine la nostra franchezza e la speranza di cui ci vantiamo” (Ebrei 3:6). Ogni credente dovrebbe fare queste tre cose ogni giorno:
•Ricordarsi che c’è un nemico che cerca di divorarci.
•Esaminare sé stesso per vedere se si è colpevoli o se si pecca di incredulità.
•Essere completamente persuaso di avere pieno accesso al trono di Dio.

Amati, edificate voi stessi “nella vostra santissima fede, pregando mediante lo Spirito Santo” (Giuda 20).

UN INVITO AD ANDARE CON FIDUCIA DAVANTI A DIO

UN INVITO AD ANDARE CON FIDUCIA DAVANTI A DIO

David Wilkerson (1931-2011)
March 19, 2019

“Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per ricevere aiuto al tempo opportuno” (Ebrei 4:16). “In cui abbiamo la libertà e l’accesso a Dio nella fiducia mediante la fede in lui” (Efesini 3:12).

Quando Dio ci dice di accostarci con fiducia al suo trono, non è un suggerimento, è una sua preferenza, è bisogna prestargli attenzione. “Molto può la preghiera del giusto, fatta con efficacia” (Giacomo 5:15). La parola “efficacia” viene da una parola Greca che vuol dire “una posizione ferma”. Suggerisce un’attitudine inamovibile, incrollabile. Proprio come il “fervore” parla di una fiducia costruita su una solida evidenza, prova assoluta che supporta la nostra richiesta. Insieme, queste due parole, fiducia efficace, vogliono dire approcciarsi al cospetto di Dio pienamente convinti di avere un caso ben preparato, al di là delle emozioni, dei clamori e dell’entusiasmo pompato.

Una tale preghiera può solo venire da un servo che cerca la Parola di Dio ed è pienamente persuaso che il Signore la onorerà certamente. Infatti, è importante che nessuno di noi vada alla presenza di Dio senza portarsi appresso la sua Parola. Il Signore vuole che noi portiamo a lui le sue promesse, ricordandogliele, perché ha un impegno che certamente manterrà.

Alcuni cristiani di oggi dicono: “In realtà non chiedo molto a Dio. Prego solo per la sua volontà nella mia vita, che i suoi piani si compiano sulla terra. Lo cerco solo perché è Lui, non per i suoi doni”. Anche io ho detto questo qualche volta perché pensavo che questa attitudine fosse santa, ma in verità non lo è. L’onnisciente e onnipotente Dio della creazione ha dato a noi il suo personale invito per avvicinarci al suo trono e per fargli poi delle richieste.

I momenti silenziosi di lode sono qualcosa di meraviglioso. Ma arrivano momenti in cui le condizioni delle nostre vite diventano così critiche che è necessario utilizzare un altro tipo di preghiera. In quei momenti, la porta è aperta e noi dobbiamo andare davanti al Signore con fiducia che egli manterrà ma sua Parola.

SETTE PASSI AL GIORNO PER AVERE PIU’ FIDUCIA IN DIO

SETTE PASSI AL GIORNO PER AVERE PIU’ FIDUCIA IN DIO

Hai mai sentito dire da qualcuno che dobbiamo imparare ad avere fiducia nel Signore con tutto il cuore? Questa citazione di un verso tratto dal terzo capitolo del libro dei Proverbi rappresenta molto più che una semplice indicazione di vita. Gettando lo sguardo si altri testi biblici scopriremo i passi da fare ogni giorno per camminare con Dio.
1. NON DIPENDERE DA TE STESSO

Viviamo in un mondo in cui la fiducia deve essere conquistata nelle persone che sono diventate diffidenti. Ma il re Solomone, scrittore del libro dei Proverbi, sapeva bene che la fiducia in Dio è il punto dal quale ogni giorno dobbiamo cominciare: “Confida nel Signore con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento” (Proverbi 3:5). La maggior parte di noi ha affrontato nella vita delusioni che ci hanno insegnato che possiamo dipendere solo da noi stessi. Ma per vivere la vita che Dio ci propone, dobbiamo imparare a riposare nella saggezza di Dio. “Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie!” (lettera ai Romani 11:33).

Fidiamoci di Dio! Ogni giorno mettiamo consapevolmente da parte i nostri progetti, le nostre aspettative e arrendiamoci al Suo piano per noi, affidandoci esclusivamente a Lui!
2. GRIDA A DIO

C’è bisogno di impegno per dipendere da Dio, e l’unico modo di farlo è scoprire che abbiamo bisogno di gridare a Lui: “Riconoscilo in tutte le tue vie ed egli appianerà i tuoi sentieri” (libro dei Proverbi 3:6). Quando preghiamo, riconosciamo che i progetti di Dio, le Sue vie, sono superiori ai nostri. La Bibbia promette che, quando ci rivolgiamo a Dio in preghiera, Egli ci ascolta: “La sera, la mattina e a mezzogiorno mi lamenterò e gemerò, ed egli udrà la mia voce” (Salmo 55:17). Consegnamo giorno per gioro le chiavi della nostra vita a Dio, fiduciosi che saprà come condurci anche nelle nostre vie.
3. FUGGI DAL MALE

Ci sono tante cose che possono ostacolare il nostro rapporto con Dio. Giovanni, scrittore del quarto Vangelo, le descrive come “la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita” (1 Giovanni 2:16). Scopriamo così che dobbiamo andare alla fonte delle benedizioni, a Dio, concentrandoci sulle cose che Egli gradisce: “Non ti stimare saggio da te stesso; temi il Signore e allontanati dal male” (libro di Proverbi 3:7). Vivere secondo il piano di Dio sarà possibile se ci separeremo da quelle influenze che tendono a trascinarci verso il basso. “Fuggi le passioni giovanili e ricerca la giustizia, la fede, l’amore, la pace con quelli che invocano il Signore con un cuore puro“ (seconda lettera a Timoteo 2:22). Sarà facile? Per niente! Fuggire dai desideri che ci attirano lontano da Dio comporta spendere del tempo per gridare a e appoggiandosi solo a Lui.

Ma il nostro Creatore promette di onorare il nostro impegno con Lui quando evitiamo il male: “Questo sarà la salute del tuo corpo e un refrigerio alle tue ossa“ (libro dei Proverbi 3:8). Fare il male sarebbe la cosa più facile da fare, ecco perché dobbiamo cambiare seriamente!
4. METTI DIO AL PRIMO POSTO

Certo, è più facile mettere noi stessi al primo posto! Spesso possiamo vivere una vita “me-stesso-centrica”, specialmente quando si parla di denaro! Ma Solomone, che di ricchezza ne ha avuta in abbondanza, era conscio del fatto che quanto aveva, in realtà, non gli apparteneva! Scrisse: “Onora il Signore con i tuoi beni e con le primizie di ogni tua rendita; i tuoi granai saranno ricolmi d’abbondanza e i tuoi tini traboccheranno di mosto” (libro di Proverbi 3:9-10). Onoriamo Dio offrendo per l’opera Sua una parte di quanto Lui provvede per noi, istituiamo così anche nel nostro cuore una vita “Dio-centrica”.
5. VALUTATI CON LA PAROLA DI DIO

Diciamo la verità: siamo più bravi a lodare noi stessi giustificando facilmente i nostri errori, che a valutarci onestamente! Il profeta Geremia coglie molto bene scrive: “Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno; chi potrà conoscerlo?” (libro di Geremia 17:9). Per misurarci dobbiamo conoscere la verità che viene da Dio e che troviamo nella Sua Parola. Talvolta forse il Signore dovrà richiamarci amorevolmente: “Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore, non ti ripugni la sua riprensione“ (libro di Proverbi 3:11) e più ameremo la Bibbia, più potrà accadere. “Ho conservato la tua parola nel mio cuore per non peccare contro di te” (Salmo 119:11).
6. ASCOLTA LO SPIRITO SANTO

Gesù ha promesso di inviare lo Spirito Santo alla Chiesa, vera bussola spirituale: “Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto“ (Vangelo di Giovanni 14:26). Nella nostra giornata lo Spirito Santo desidera guidarci, condurci in tutta la verità e proteggerci.
7. RIMANI NELL’AMORE DI DIO

Di fronte ai fatti della vita in questo mondo difficile a volte possiamo chiederci se Dio si sta prendendo cura di noi. Ci viene da chiedere: “Perché accadono cose brutte? Dov’è Dio quando ho bisogno di Lui?” Ma Salomone ci ricorda che Dio non ci lascerà in balia di noi stessi: “Perché il Signore riprende colui che egli ama, come un padre il figlio che gradisce“ (libro dei Proverbi 3:12). Anche per mezzo delle tempeste della vita, Dio userà queste sfide per modellarci. Quando ci renderemo conto di questo, la nostra prospettiva rispetto quanto accade si ribalterà completamente e non vedremo più le nostre “battute d’arresto” come fallimenti, bensì come momenti in cui Dio, come Padre amorevole, lavora in noi.

Possiamo affidarci al Signore con tutto il cuore ogni giorno! Egli si prenderà cura di noi donandoci benedizione dopo benedizione! Naturalmente, fare ogni giorno questi passi non è facile! Ecco perché Gesù ha detto che dobbiamo rinnegare noi stessi e seguire Lui (cfr. Vangelo di Matteo 16:24). Affidarsi veramente a Dio ci impegnerà ogni giorno dall’alba al tramonto, ma non sareno mai soli: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente” (Vangelo di Matteo 28:20). Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia”

SVILUPPARE UNA FIDUCIA ASSOLUTA

SVILUPPARE UNA FIDUCIA ASSOLUTA

Quando ci troviamo in mezzo a una prova, dobbiamo distogliere lo sguardo dai nostri problemi. In momenti del genere, dobbiamo esortare noi stessi dicendo, “Il mio Dio può tutto – e Lui non mi ha dimenticato. I Suoi occhi sono su me proprio in questo momento in cui sto sopportando questa prova tremenda. E io so, non importa quanto tutto sembri andare storto, che Egli ha tutto sotto controllo. Nessuno, e nessuna potenza, può cambiare i piani che Lui ha per me”.

Forse ora sei scoraggiato e ti chiedi, “Non riesco a vedere una via d’uscita dai miei guai. Riuscirò mai a uscire da questa prova assurda? Le mie sofferenze continueranno finché Gesù non tornerà? Signore, riuscirò a rallegrarmi ancora?”

Ecco la risposta di Dio per te: “Avete udito parlare della pazienza di Giobbe, e avete visto la sorte finale che il Signore gli riserbò, poiché il Signore è pieno di misericordia e di compassione” (Giacomo 5:11). “Quando Giobbe ebbe pregato per i suoi amici, l’Eterno lo ristabilì nel precedente stato; così l’Eterno rese a Giobbe il doppio di tutto ciò che aveva posseduto” (Giobbe 42:10).

Forse non raddoppierai ciò che hai perduto, come accadde per Giobbe, ma possiederai qualcosa di decisamente maggiore. Avrai una vera consapevolezza interiore del fatto che Dio ha il controllo della tua vita. Il Suo amore per te non sarà più soltanto un concetto teologico; piuttosto, conoscerai profondamente le Sue liberazioni, in maniera personale e non temerai mai più nessun avversario e nessuna avversità. Perché? Perché uscirai dalla tua prova come più che vincitore, seduto nei luoghi celesti con Cristo Gesù.

Proprio ora, come Giobbe all’inizio delle sue prove, forse conosci Dio solo per sentito parlare, attraverso prediche e studi biblici. Va bene, perché la Scrittura ci dice che è proprio da qui che deriva la fede: udire la Parola di Dio. Tuttavia, ora Dio vuole che tu guardi a Lui. Vuole che sviluppi una fiducia assoluta nel fatto che abbia un piano divino, progettato proprio per la tua vita. E il Suo proposito eterno non può essere ostacolato da alcun demone infernale, né da alcun mostro si presenti sul tuo cammino.

Così, in mezzo alla tua più grande prova, potrai testimoniare della bontà di Dio, come fece Giobbe. E citerai con fiducia questa grande affermazione di fede: “Mi uccida pure, non me ne dolgo” (Giobbe 13:15). by David Wilkerson

DIRETTA VERSO UNA COLLISIONE

DIRETTA VERSO UNA COLLISIONE

Gesù ordinò ai Suoi discepoli di salire su una barca diretta verso una collisione. La Bibbia dice che Egli li “costrinse a salire sulla barca” (Matteo 14:22). La barca era diretta verso acque agitate; sarebbe stata sballottata come un pezzo di sughero; i discepoli sarebbero stati scaraventato in un’esperienza da mini-Titanic – e Gesù lo sapeva sin dall’inizio.

Dov’era Gesù? Egli era sul monte, osservando il mare, guardando i discepoli e pregando per loro che non fallissero la prova che Lui sapeva dovevano attraversare. Il viaggio in barca, la tempesta, le onde burrascose, i venti, tutto faceva parte di una prova progettata dal Padre. Stavano per imparare la più grande lezione di sempre – la lezione su come riconoscere Gesù nella tempesta!

A questo punto, i discepoli Lo riconoscevano come operatore di prodigi, l’Uomo che aveva trasformato dei pesci in cibo miracoloso. Lo riconoscevano come amico dei peccatori, Colui che aveva portato salvezza ad ogni sorta d’umanità. Lo conoscevano come Colui che provvedeva a ogni loro bisogno, persino pagando le loro tasse coi soldi tratti dalla bocca di un pesce.

Riconoscevano Gesù come “il Cristo, il Figlio di Dio”. Lo conoscevano come un insegnante, che insegnava loro come pregare, perdonare, legare e sciogliere. Sapevano che avesse parole di vita eterna. Sapevano che avesse potenza sopra ogni opera del diavolo. Non avevano però mai imparato a riconoscere Gesù nella tempesta.

Questa è la radice di molti dei nostri guai oggi. Confidiamo in Gesù affinché compia miracoli e guarigioni. Crediamo in Lui per ottenere salvezza e perdono dei peccati. Guardiamo a Lui come Colui che provvede a ogni nostro bisogno. Confidiamo in Lui affinché un giorno ci porti nella gloria. Quando però una tempesta improvvisa si abbatte su di noi e tutto sembra crollare, troviamo difficile vedere Gesù vicino a noi. Non riusciamo a credere che possa permettere delle tempeste per insegnarci come avere fiducia. Non siamo mai abbastanza certi che Egli sia vicino quando le cose si agitano davvero.

C’era una sola lezione che i discepoli dovevano imparare in questa tempesta – una sola! Una lezione semplice – non una profonda, mistica, da far tremare la terra. Gesù voleva semplicemente che confidassero in Lui come loro Signore in ogni tempesta della vita. Voleva semplicemente che i discepoli mantenessero la loro fiducia e allegrezza persino nei momento più neri della prova. Tutto qua! by David Wilkerson

SOLTANTO DIO E’ DEGNO DI FIDUCIA

SOLTANTO DIO E’ DEGNO DI FIDUCIA

“Se camminiamo in mezzo alle difficoltà, tu mi ridai la vita; tu stendi la mano contro l’ira dei miei nemici e la tua destra mi salva” (Salmo 138:7)

Nei suoi ultimi anni di vita, una timorata donna di Dio, ricordata sopratutto per l’impegno profuso per salvare la vita di molti ebrei dai nazisti, spesso iniziava la propria testimonianza presentando all’uditorio un pezzo di stoffa ricamato.
Mostrava prima la bellezza della parte finemente lavorata, con fili variopinti che formavano un bellissimo disegno; la paragonava al piano di Dio per la nostra vita.
Poi girava la stoffa, e ne esibiva la parte aggrovigliata e confusa, spiegando come, molto spesso, noi consideriamo la vita e le cose che ci accadono da un punto di vista puramente umano.

Infine recitava la poesia del tessitore: “La mia vita non è altro che un tessuto che si stende fra me e il mio Dio. Non sono io che scelgo, ma Lui, che le lavora per rendermi stabile. Spesso Egli tesse il colore, e io, con ridicolo orgoglio, dimentico che Dio vede la parte superiore ed io quella inferiore. Soltanto quando il telaio si fermerà e la spola cesserà di librarsi tra i fili, allora il Signore capovolgerà la stoffa e mi illustrerà il Suo disegno. I fili scuri sono necessari, nelle mani di chi ricama, quanto i fili d’oro e d’argento nel disegno che Egli ha preparato”.

La sfida del cristiano è avere fiducia quando tutto ciò che lo circonda somiglia a un caotico groviglio. L’apostolo Paolo, scrivendo ai Filippesi dalla prigione, riprende lo stesso concetto: “E ho questa fiducia: che colui che ha cominciato in voi un’opera buona, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù”(1:6).
Da che parte del ricamo ci troviamo oggi? Le parole di un inno, riprendendo questo salmo dicono: ” Quando non possiamo vedere il Suo piano, quando non comprendiamo e tutto è buio davanti a noi, possiamo fidarci dell’amore del Suo cuore. Dio è saggio e non sbaglia mai. Egli compirà e completerà il Suo piano in noi”. by George O. Wood – Tratto da: ” Un Salmo per Oggi”.

ENTRARE NEL RIPOSO DI DIO

ENTRARE NEL RIPOSO DI DIO

Per entrare nel riposo di Dio, dobbiamo rinunciare ai nostri sforzi e al nostro sudore. Soltanto la fede ci da accesso a questo riposo perfetto: “Noi infatti, che abbiamo creduto, entriamo nel riposo” (Ebrei 4:3). Con parole semplici, dobbiamo disporre i nostri cuori a credere che Dio sia fedele a liberarci in ogni circostanza, a prescindere da quanto sembri impossibile.

“Chi infatti è entrato nel suo riposo, si è riposato anch’egli dalle proprie opere, come Dio dalle sue” (Ebrei 4:10). Quando siamo nel riposo di Cristo, non cerchiamo più di indossare una maschera coraggiosa in tempi di avversità. Non ostentiamo una falsa accettazione della nostra crisi e non ci preoccupiamo di poter cedere alla paura e iniziare a mettere in discussione l’amore di Dio. In breve, la nostra “mentalità da opere” ha cessato di motivarci. Ora abbiamo imparato a confidare semplicemente nel Signore.

In che modo sviluppiamo tale fiducia? Cerchiamo il Signore in preghiera, meditiamo la Sua Parola e camminiamo in obbedienza. Obietterai, “Ma queste cose sono opere”. Non sono d’accordo. Sono atti di fede. Se osserveremo tali discipline, confidiamo che lo Spirito Santo sia all’opera in noi, edificando una riserva di forza per il momento del bisogno. Forse non avvertiamo il potenziamo di Dio all’opera dentro di noi, o la Sua potenza che viene edificato in noi, ma quando arriverà la prossima prova, queste risorse celestiali si manifesteranno in noi.

Questo è il motivo primario per cui cerco il Signore diligentemente – digiunando, pregando, studiando, cercando di obbedire ai Suoi comandamenti per la potenza dello Spirito Santo. Non è perché sono un ministro che vuole dare il buon esempio. Faccio queste cose perché so di avere ancora molte prove davanti a me. Finché servirò il Signore, il diavolo non mi darà mai tregua. Affronterò guerre intense, attacchi a sorpresa e, nonostante tutte le vittorie e la pace già sperimentate, avrò sempre bisogno delle risorse del cielo che mi aiutino a resistere. by David Wilkerson