UN MERAVIGLIOSO ESEMPIO DI FEDE NELL’AVVERSITÀ

UN MERAVIGLIOSO ESEMPIO DI FEDE NELL’AVVERSITÀ

David Wilkerson (1931-2011)
March 1, 2019

Quando Paolo scrisse la sua lettera ai Filippesi, era detenuto in una prigione Romana, i suoi piedi erano incatenati ad un soldato da entrambi i lati. Le condizioni erano orribili e Paolo subì delle grandi umiliazioni, non era mai solo ed era privo di ogni libertà.

Pensaci. Ecco un uomo che era stato molto attivo, che aveva viaggiato per le strade aperte ed i grandi mari per incontrare ed avere comunione con il popolo di Dio. La più grande gioia di Paolo fu proprio quella di visitare le chiese che lui stesso aveva fondato nelle varie regioni del mondo. Adesso però era in catene, letteralmente legato a degli uomini fra i più duri e profani in vita all’epoca.

Alcuni fra i cristiani che conobbero Paolo cominciarono a mormorare che stava arrecando disonore al vangelo a causa di quella situazione. Ma Paolo era intento a cercare di capire quale fosse il proposito di Dio per aver permesso di farlo arrivare fino a quel punto. Invece di chiedere: “Perché mi è successo questo?” Decise di scoprire quale dovesse essere la sua reazione. Questo servo di Dio decise: “Non posso cambiare la situazione in cui mi trovo ma so che i miei passi sono guidati dal Signore. Dunque, magnificherò Cristo e sarò di testimonianza mentre sono in catene”.

“Ora come sempre, Cristo sarà magnificato nel mio corpo, o per vita o per morte” (Filippesi 1:20). Paolo non era affatto rassegnato o indifferente di fronte alle sue circostanze ma era certo che la Parola di Dio sarebbe stata confermata mediante la sua reazione all’afflizione. “Sapendo che sono stabilito alla difesa dell’evangelo… Cristo è annunziato; e di questo mi rallegro, anzi me ne rallegrerò anche per l’avvenire” (1:17-18).

L’attitudine di Paolo è una meravigliosa dimostrazione di come noi dovremmo reagire alle circostanze avverse. Rovineremmo ogni nostro domani se aspettassimo ansiosamente di essere liberati dalle nostre sofferenze, ma se ciò diventasse il nostro pensiero fisso, ci perderemmo il miracolo e la gioia di vedere la liberazione dalla nostra prova. La parola di Paolo ai Filippesi fu: “Rallegratevi del continuo nel Signore lo ripeto ancora: Rallegratevi” (4:4). Ed io dico a te: “Rallegrati nel Signore, sempre!”

SVILUPPARE UNA FIDUCIA ASSOLUTA

SVILUPPARE UNA FIDUCIA ASSOLUTA

Quando ci troviamo in mezzo a una prova, dobbiamo distogliere lo sguardo dai nostri problemi. In momenti del genere, dobbiamo esortare noi stessi dicendo, “Il mio Dio può tutto – e Lui non mi ha dimenticato. I Suoi occhi sono su me proprio in questo momento in cui sto sopportando questa prova tremenda. E io so, non importa quanto tutto sembri andare storto, che Egli ha tutto sotto controllo. Nessuno, e nessuna potenza, può cambiare i piani che Lui ha per me”.

Forse ora sei scoraggiato e ti chiedi, “Non riesco a vedere una via d’uscita dai miei guai. Riuscirò mai a uscire da questa prova assurda? Le mie sofferenze continueranno finché Gesù non tornerà? Signore, riuscirò a rallegrarmi ancora?”

Ecco la risposta di Dio per te: “Avete udito parlare della pazienza di Giobbe, e avete visto la sorte finale che il Signore gli riserbò, poiché il Signore è pieno di misericordia e di compassione” (Giacomo 5:11). “Quando Giobbe ebbe pregato per i suoi amici, l’Eterno lo ristabilì nel precedente stato; così l’Eterno rese a Giobbe il doppio di tutto ciò che aveva posseduto” (Giobbe 42:10).

Forse non raddoppierai ciò che hai perduto, come accadde per Giobbe, ma possiederai qualcosa di decisamente maggiore. Avrai una vera consapevolezza interiore del fatto che Dio ha il controllo della tua vita. Il Suo amore per te non sarà più soltanto un concetto teologico; piuttosto, conoscerai profondamente le Sue liberazioni, in maniera personale e non temerai mai più nessun avversario e nessuna avversità. Perché? Perché uscirai dalla tua prova come più che vincitore, seduto nei luoghi celesti con Cristo Gesù.

Proprio ora, come Giobbe all’inizio delle sue prove, forse conosci Dio solo per sentito parlare, attraverso prediche e studi biblici. Va bene, perché la Scrittura ci dice che è proprio da qui che deriva la fede: udire la Parola di Dio. Tuttavia, ora Dio vuole che tu guardi a Lui. Vuole che sviluppi una fiducia assoluta nel fatto che abbia un piano divino, progettato proprio per la tua vita. E il Suo proposito eterno non può essere ostacolato da alcun demone infernale, né da alcun mostro si presenti sul tuo cammino.

Così, in mezzo alla tua più grande prova, potrai testimoniare della bontà di Dio, come fece Giobbe. E citerai con fiducia questa grande affermazione di fede: “Mi uccida pure, non me ne dolgo” (Giobbe 13:15). by David Wilkerson