DELUSI DA DIO

DELUSI DA DIO

Almeno una volta nella vita è successo anche a te: qualcuno su cui contavi ha tradito la tua fiducia comportandosi slealmente o ti ha dimostrato di non tenere al vostro rapporto come ci tenevi tu. In seguito a quella delusione, forse hai scoperto di essere diventato non soltanto più prudente, ma addirittura diffidente nei confronti degli altri, o magari ti sei reso conto che da allora fai un po’ più di fatica ad aprirti a nuovi contatti e a nuove relazioni.
È quasi superfluo ammettere che per la strada della disillusione siamo passati praticamente tutti… Ma che dire di quelle situazioni in cui abbiamo l’impressione che ad averci deluso sia stato non un essere umano bensì Dio? Anche tu, probabilmente, hai sperato con tutto te stesso che Lui avrebbe risposto in un determinato modo a una tua richiesta, ma gli eventi hanno preso una piega ben diversa da quella che ti saresti atteso. E così, al dolore per il mancato esaudimento si è aggiunto un pensiero ancor più penoso: «Com’è possibile che Dio abbia tradito le mie aspettative?». Forse hai tentato di scacciare questo pensiero con frasi di circostanza come «Se è andata così, un motivo ci sarà», ma è inutile negare che espressioni del genere sono solo una magra consolazione e servono al massimo a nascondere agli altri la tua amarezza. La verità, in fondo, è che in questi casi a tutti noi verrebbe voglia di gridare che non è giusto che le cose si siano messe in una certa maniera, che non ce lo meritavamo, e il rischio di credere che Dio ci abbia fatto un torto è dietro l’angolo (Salmo 73:2-3). Può consolarci, però, sapere che anche grandi uomini di Dio hanno provato questo sentimento e che sono riusciti a sconfiggerlo ricercando una più profonda comunione con Dio. Pensiamo, ad esempio, a Davide, il quale, nei salmi da lui stesso composti, non si è vergognato di confessare con piena sincerità le sue emozioni ferite:

– Davide si sentiva deluso nel vedere i suoi nemici trionfare. Leggendo la sua storia, apprendiamo che la sua vita è stata costellata di importanti vittorie, ma impariamo pure che i suoi nemici non gli hanno risparmiato i loro attacchi, peraltro immotivati: «[…] quelli che senza motivo mi sono nemici sono forti, quelli che m’odiano a torto si sono moltiplicati» (Salmo 38:19). Nel combattimento contro la delusione, tuttavia, Davide ha sfoderato un’infallibile ‘arma segreta’, la preghiera: «Io invocai il Signore ch’è degno d’ogni lode e fui salvato dai miei nemici» (Salmo 18:3). Quest’arma è ancora a nostra disposizione!

– Davide è stato deluso dal comportamento sleale di persone a lui care. «Se mi avesse offeso un nemico, l’avrei sopportato […]; ma sei stato tu, l’uomo ch’io stimavo come mio pari, mio compagno e mio intimo amico» (Salmo 55:12,13). Il tradimento che subiamo da parte di qualcuno che ci è particolarmente vicino è uno dei colpi più duri che possiamo incassare nella vita, e nessuno come Gesù può comprenderci, dal momento che Egli è stato tradito da uno dei Suoi discepoli! È per questo che possiamo confidare a Lui i nostri sentimenti e trovare poi riposo in una silenziosa attesa della Sua consolazione. Ascoltiamo ancora l’invito di Davide: «Sta’ in silenzio davanti al Signore, e aspettalo […]. Cessa dall’ira e lascia lo sdegno; non adirarti; ciò spingerebbe anche te a fare il male. Poiché i malvagi saranno sterminati; ma quelli che sperano nel Signore possederanno la terra» (Salmo 37:7-9);

– Davide era deluso perché nel caos delle circostanze stentava talvolta a riconoscere la via di Dio. Desiderava vivere in armonia con la volontà del Signore (Salmo 25:4), ma non sempre riusciva a scorgere la Sua opera nelle vicende della propria vita: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Salmo 22:1). In quei momenti, però, Davide ha trovato la forza di ricordare a sé stesso che, nonostante tutto, Dio era e rimaneva il suo Dio (Salmo 22:10), anche quando sembrava che il buio delle difficoltà avesse offuscato il Suo volto. Come Davide, anche noi possiamo ricordare a noi stessi chi è il nostro Dio e che cosa ha già fatto per noi: questo ci aiuterà a guarire dalla delusione e a vedere, anche nelle esperienze più dolorose, la Sua mano che sta modellando la nostra vita secondo i Suoi meravigliosi progetti (Isaia 55:8-9);

– Davide era deluso perché si riteneva colpito e umiliato da Dio. «Non ricordarti dei peccati della mia gioventù, né delle mie trasgressioni» (Salmo 25:7). A volte, non diversamente da Davide, siamo portati a interpretare i ‘momenti no’ della nostra vita come una condanna che il Signore ci sta infliggendo per le nostre colpe passate. Finiamo, allora, per trascurare il fatto che per la Sua grazia Dio ha perdonato i nostri peccati e ha scelto di dimenticarli (Isaia 43:25)! Quindi, se la tua delusione si sta mescolando a sensi di colpa che ti opprimono, non lasciarti paralizzare: come Davide, invoca il perdono del Signore (Salmo 32:5-6) e poi vivi in libertà il tuo cammino con Lui!

Ti salutiamo con due versetti, anch’essi tratti da un salmo di Davide: «Dio mio, in te confido; fa’ che io non sia deluso […]. I miei occhi sono sempre rivolti al Signore, perché sarà Lui a trarre i miei piedi dalla rete» (Salmo 25:2,15). Tieni il tuo sguardo fisso su Dio, legati a Lui attraverso la preghiera e la lettura della Bibbia… e la rete della delusione non potrà intrappolarti!

© 2017 Svolta Online

COME DISCUTERE BENE: SUI SOCIAL E DI PERSONA

COME DISCUTERE BENE: SUI SOCIAL E DI PERSONA

Nell’era dei social media, riceviamo risposte immediate su ogni tipo di argomento o notizia. Troppo spesso però noi cristiani non facciamo bella figura nelle discussioni che si sviluppano online, e neanche al di fuori delle piattaforme digitali…

Certo, siamo inclini a fare molta più attenzione a come parliamo faccia a faccia piuttosto che moderare i nostri toni di discussione sui post di facebook, whatsapp, etc… Con la differenza che quello che scriviamo sui social network rimane memorizzato (potenzialmente) per sempre.

Quindi, come cristiani, come possiamo rispondere alle discussioni in cui spesso ci ritroviamo online (e non solo)?

Abbiamo bisogno di un approccio che non comprometta la nostra testimonianza senza però farci rinunciare alla verità.

1. Controlla se l’argomento è valido o meno

Spesso finiamo in una discussione semplicemente perché qualche nostro contatto condivide un’immagine, un articolo o una notizia che serve soltanto a fare propaganda politica o alimentare indignazione senza avere neanche il beneficio del dubbio.

Se vuoi rispondere fai prima una breve ricerca controllando da varie fonti attendibili se quello che stai sentendo o leggendo è accurato e completo. Soltanto allora potrai discuterne in maniera sensata.

Avere una preparazione adeguata sull’argomento ti aiuterà a essere convincente e a far emergere la verità.

2. Guarda a te stesso prima che agli altri

Non giudicate, affinché non siate giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell’occhio tuo? O, come potrai tu dire a tuo fratello: “Lascia che io ti tolga dall’occhio la pagliuzza”, mentre la trave è nell’occhio tuo? Ipocrita, togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per trarre la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello.
Matteo 7:1-5

Spesso si interpreta il versetto 1 molto molto male: non significa che non possiamo esprimere giudizi in assoluto, soprattutto se sono basati sulla verità della Parola di Dio. Ma è un’esortazione diretta a chiederci “sto parlando da ipocrita o posso parlare con autorevolezza? Sono colpevole delle stesse cose che sto leggendo, o peggio?”

I post e commenti che consideriamo sbagliati, devono essere un’occasione per riflettere prima su noi stessi e solo poi possiamo confrontarci con gli altri. Quando diveniamo consapevoli dei nostri peccati e abbiamo lasciato che Gesù purifichi noi stessi per primi, allora saremo in grado di esporre la verità con autorità e in tutta sicurezza.

3. Sii pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all’ira

Sappiate questo, fratelli miei carissimi: che ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all’ira
Giacomo 1:19

La risposta impulsiva e immediata non è quasi mai l’azione più saggia. Lo so, è strano da dire nell’epoca dei social. Giacomo, nella sua epistola, ci ricorda come le nostre lingue possono incendiare una foresta, quindi non gettiamo benzina sul fuoco finché non sappiamo bene quello che stiamo dicendo (Giacomo 3:1-12).

L’eccesso di rabbia nelle risposte, su praticamente ogni cosa, è ormai la normalità. Certo, ci può essere anche una rabbia giusta (Efesini 4:26), ma assicuriamoci che sia davvero giusta prima di esprimerla in commenti pubblici. Paolo quando si confrontò con Pietro lo fece in maniera netta, ma dopo aver osservato che l’apostolo prima e poi altri “non camminavano rettamente secondo la verità del vangelo” (Galati 2:11-14).

4. Pregaci su

Sappiamo che questa dovrebbe essere la nostra prima reazione, ma quasi mai lo è. La preghiera ci mette in una posizione di umiltà, smorza le nostre reazioni irruente e ci dà l’opportunità di considerare la Parola di Dio in modo che quando parliamo possiamo farlo in maniera biblica e veramente spirituale.

Se vogliamo parlare in maniera autorevole è necessaria la guida dello Spirito Santo, sia quando ci confrontiamo online sia faccia a faccia.

5. Condisci le tue parole con sale

Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale, per sapere come dovete rispondere a ciascuno.
Colossesi 4:6

Il sale insaporisce e conserva. Quando rispondi usa parole e un tono che preservino quello che è buono e giusto senza rovinare il messaggio che vuoi comunicare.

Quante volte il nostro tono, le nostre parole e il nostro atteggiamento ci distraggono da ciò che è veramente importante, eppure siamo persone che hanno conosciuto Cristo in un mondo pieno di peccato!

Condisci le tue parole con sale. Le tue risposte alle discussioni saranno più facili da ascoltare.

6. Ricordati dei Farisei e di Gesù

Spesso con le nostre reazioni impulsive vogliamo mostrare quanto siamo migliori degli altri.

Un po’ come facevano i farisei.

E se riuscissimo a discutere con grazia e amore? E se rispondessimo in modo da creare più luce che fiamme? E se fossimo interessati non soltanto ad avere ragione, ma a creare un dialogo autentico che si relazioni agli altri e porti valore? Forse siamo chiamati a questo quando discutiamo. Senza rinunciare alla verità.

Gesù fu spesso severo nelle sue risposte (come scordare il “razza di vipere” di Matteo 12:31-37 rivolto ai farisei e in seguito ripresi con fermezza e autorità per la loro ipocrisia), ma il Signore lo fece sempre per portare le persone a riflettere e trovare la verità, non per dimostrare la propria superiorità.

7. Sii ragionevole e razionale

Non dovrebbe esserci bisogno di dirlo, ma argomenti inconsistenti sono soltanto cattivi argomenti.

Chiediti se ci sono delle debolezze nella tua posizione. A volte puoi perfino ammettere delle mancanze nella tua risposta e discutere comunque di un argomento, magari cercando proprio nella discussione il parere degli altri. Le persone si sentiranno coinvolte e sarà un segno di generosità.

Filtra le tue risposte alla luce della Bibbia e con l’aiuto della logica per evitare gli errori più comuni (su questo pubblicheremo un post più avanti) e assicurati che i tuoi argomenti siano attinenti prima di parlare. Poi potrai esporre la tua posizione con convinzione senza più esitare.

8. Sii pronto ad accettare le critiche

Chi ama la correzione ama la scienza, ma chi odia la riprensione è uno stupido
Proverbi 12:1

Per quanto tu ci possa provare, le tue risposte non saranno sempre le migliori e spesso avranno bisogno di essere perfezionate… anche da non credenti.

Accetta la correzione quando si dimostra giusta e fondata. Scusati in fretta se ti esprimi male (spesso si leggono commenti sgrammaticati, pieni di errori e incomprensibili), quando parli senza mostrare sensibilità o se hai semplicemente torto. Ammettere i propri errori aumenterà la tua autorevolezza quando le persone sanno che sei disposto a cambiare con umiltà.

9. Dai Gloria a Dio

Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualche altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio. Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla chiesa di Dio; così come anch’io compiaccio a tutti in ogni cosa, cercando non l’utile mio ma quello dei molti, perché siano salvati.
1 Corinzi 10:31-33

La tua risposta rivela il carattere giusto e amorevole di Dio? Aiuta la Chiesa? Spinge le persone verso Gesù? Sostiene la verità? Dà luce a un mondo di tenebre?

Qualsiasi sia la tua risposta, cerca di riflettere la gloria di Dio.

© 2017 Svolta Online

CYBERDIPENDENZA

CYBERDIPENDENZA

Essere intrappolati nella Rete è più frequente di quanto si pensi… ma la Bibbia sa cosa consigliare!

Internet è ormai parte della nostra vita quotidiana sia lavorativa che personale; nonostante la maggior parte delle persone che lo utilizzano non soffrano né soffriranno mai di cyber-dipendenza, recenti studi evidenziano che l’uso eccessivo di Internet stia diventando un serio problema, con stime di prevalenza comprese tra 1,5-11,6%.

Ma la dipendenza da Internet è un disturbo indipendente o piuttosto un sintomo di qualche altra patologia?

Recenti ricerche neurobiologiche hanno dimostrato equivalenza dei sistemi neuronali attivati in caso di tossicodipendenze e di internet addiction disorder, che si delinea come una vera e propria dipendenza comportamentale, anche se sono necessarie ulteriori ricerche per spiegare la patogenesi e il substrato psico-patologico alla base di tale disturbo.

Nell’ultima edizione del Manuale diagnostico dei disturbi mentali, il DSM-V, il capitolo precedentemente dedicato alla dipendenza da sostanze è stato rinominato “Disturbi correlati a sostanze e disturbi da addiction”. I criteri diagnostici delle dipendenze comportamentali si basano, appunto, su quelli già noti ed utilizzati per le sostanze, cioè lo sviluppo della tolleranza, i sintomi dell’astinenza, i tentativi infruttuosi di ridurre i consumi e l’utilizzo persistente nonostante le conseguenze negative.

Per tolleranza intendiamo la necessità di aumentare la dose (quantità di tempo dedicato) per ottenere l’effetto desiderato o il diminuire dell’effetto con la stessa dose; mentre per astinenza la comparsa di sintomi psichici e fisici (agitazione psicomotoria, iperattività del Sistema Nervoso Autonomo, insonnia…) quando non è possibile avvicinarsi all’oggetto della dipendenza. Questo porta all’incapacità di interrompere l’attività ed un uso sempre maggiore in termini di tempo con importanti conseguenze sociali, familiari e negligenze in ambito lavorativo.

Secondo “L’indagine conoscitiva sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia” svolta dal Telefono Azzurro ed Eurispes nel 2011, il contatto con gioco d’azzardo (in particolare con i gratta e vinci) avviene già al di sotto degli 11 anni e la maggior parte degli adolescenti non riesce a staccarsi da Internet quando richiesto.

I profili di cyber-dipendenti che sono stati descritti in letteratura sono:

– Cyber-Relational Addiction: l’instaurare relazioni sul Web tramite app o siti di incontri; questo può portare a perdita di contatto con la realtà con abbandono verso una realtà fittizia, idealizzata e virtuale;

– Net-Compulsions: comportamenti ossessivi-compulsivi legati al Web tra cui gioco d’azzardo patologico e commercio in rete, i quali possono avere importanti conseguenze anche a livello finanziario;

– Information-Overload: la ricerca compulsiva di informazioni on-line;

– Cybersexual-Addiction: l’uso compulsivo di siti pornografici e il conseguente rischio di alterazione della percezione della sessualità e della sfera relazionale, soprattutto in un’età fragile come quella adolescenziale;

– Computer-Addiction: l’utilizzo patologico del computer in cui il soggetto può costruirsi un’identità fittizia, indossando la maschera che desidera. Alla base di questo profilo possono esserci disturbi dissociativi o profili di personalità caratterizzati da difficoltà nella relazione.

Interessante notare che nelle recenti statistiche, un terzo dei soggetti affetti da gioco d’azzardo patologico siano donne con importanti conseguenze, tra cui la scarsa affluenza ai centri di cura e ai gruppi di aiuto per il pregiudizio sociale, come avveniva in passato per l’alcolismo. Infine, degno di nota l’Hikikomori, un termine giapponese che significa “stare in disparte” e si riferisce a persone, spesso giovani, che stanno chiusi nella loro camera da letto, non escono mai, evitando il contatto con la realtà esterna. Spesso arrivano ad abbandonare la scuola e gli amici, avendo la Rete come unico mezzo di relazione. Tale fenomeno coinvolge l’1% della popolazione nipponica, con stime intorno a 100.000 persone affette in Italia

Cosa ne pensa la Bibbia?

La Parola di Dio ci ricorda innanzitutto che Gesù è la Via per ottenere il perdono dei peccati e per essere liberati da tutte le situazioni che opprimono la nostra vita. Nel Vangelo di Matteo Egli invita chi è affaticato e oppresso ad andare a Lui, lasciando ai Suoi piedi ogni peso; questa è la chiave per ottenere il vero riposo e una pace davvero completa (Matteo 11:28-30).

“Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi.” (Giovanni 8:32)

Dio ha un piano perfetto per le nostre esistenze e vuole liberarci da ogni forma di insoddisfazione e infelicità, condizioni che, oltre a fornire il terreno ideale per sviluppare alcune dipendenze, non ci permettono di realizzare pienamente quello che Lui vuole per noi.

“Trova la tua gioia nel Signore ed Egli appagherà i desideri del tuo cuore.” (Salmo 37:4)

Dio è colui che, grazie al sacrificio di Gesù, ci libera da qualsiasi tipo di schiavitù, ci consola, ricolma il vuoto del nostro cuore.

“Tuttavia erano le nostre malattie che Egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato…” (Isaia 53:4)

La Bibbia ci ricorda che siamo stati riscattati a caro prezzo e che la libertà che ci viene donata alla salvezza deve essere conservata come dono prezioso (I Corinzi 7:23). La Parola di Dio, infatti, ci invita a fare attenzione a tutto quello che può minare la nostra salute fisica, psicologica e spirituale.

“Non ti stimare saggio da te stesso; temi il Signore e allontanati dal male; questo sarà la salute del tuo corpo e un refrigerio alle tue ossa.” (Proverbi 3:7-8)

Infine, il denominatore comune di tutti questi disturbi è spesso l’isolamento sociale che può portare l’individuo a ritrovarsi in un abisso dal quale, spesso, risulta impossibile uscire; la buona notizia è che la volontà di Dio per le nostre vite è completamente diversa! La Bibbia infatti ci invita a fondare la nostra vita proprio sulla relazione diretta, reale e personale, innanzitutto con Lui e poi con il nostro prossimo (Matteo 22:37-38; Romani 12:15-16).

“Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù.” (Galati 5:1).

© 2017 Svolta Online

HO PAURA DELLA LUCE

HO PAURA DELLA LUCE

Imprigionati in una gabbia di paura?
La soluzione c’è

Imprigionati dalla paura

È mattina. Dalla finestra entra uno spiraglio di luce e simultaneamente comincia a suonare la sveglia. Un nuovo giorno inizia. Apro gli occhi e le mie paure sono ancora qui.

Sento i miei genitori che dalla cucina dicono: “Che bel sole, sarà una giornata stupenda!” Ma io mi ritrovo seduta sul mio letto e non riesco a essere d’accordo.

Ho paura di alzarmi. Ho paura di iniziare questa giornata. Sto male e anche respirare mi risulta difficile. Sono in crisi! Inizio a vestirmi, ma l’immagine di me che vedo riflessa nello specchio non mi piace. Eppure sono io, ma non riesco ad accettarmi e ho il terrore che neanche gli altri ci riescano.
Di nuovo esclusa, di nuovo derisa, di nuovo trafitta dagli sguardi di chi mi circonda.

Ho paura di soffrire ancora, il mio cuore è spezzato, tradito e ferito da tutti. Avevo tanti sogni da realizzare, volevo essere felice, credevo nell’amore ed ero certa di poterlo realizzare per davvero… Ma forse l’amore vero in realtà non esiste, ed erano solo favole quelle nelle quali credevo; magari è una fortuna solo per pochi… Lo so, sono io ad essere “sbagliata”; per questo nessuno mi ama e nemmeno io riesco più a volermi bene.

Il buio non mi spaventa più, perché quando scende la notte posso rifugiarmi nel sonno e dormire (quando ci riesco) non mi fa pensare; dormire mi fa dimenticare, per un po’ di ore, tutto quello che durante il giorno non sono capace di affrontare. Non so se finirà mai. Forse dovrei solo smettere di aprire gli occhi la mattina, forse dovrei mollare perché non so se qualcuno potrà mai aiutarmi. La luce mi fa paura!

Liberati dalla paura

Pensi di rivedere la tua vita, anche solo in qualche aspetto, nelle parole che hai appena letto?
La paura è riuscita a rendere orribili le tue giornate?
Nella Bibbia troverai la soluzione:

Nel giorno della paura, io confido in te.
Salmo 56:3

Tanto per cominciare, fidati di Gesù. Lui è in grado di liberarti dalla paura! Ogni giorno potrai rivolgerti a Lui perché ha promesso che ti risponderà e che sarà dalla tua parte:

Nel giorno che t’invocherò i miei nemici indietreggeranno.
Questo so: che Dio è per me.
Salmo 56:9

Potrà sembrarti una favola, ma la Bibbia ci assicura che chi sceglie di affidarsi a Gesù Cristo

…starà al sicuro, vivrà tranquillo, senza paura di nessun male.
Proverbi 1:33

La paura degli uomini è una trappola, ma chi confida nel Signore è al sicuro.
Proverbi 29:25

Hai davvero l’occasione di fuggire da questa prigione! Gesù Cristo è venuto sulla terra per cercare e salvare ciò che era perduto; ti ha amata così profondamente che è morto per donarti una nuova vita. Per Lui TU vali eccome!

Quando domani mattina suonerà la sveglia ricordati a chi hai affidato la tua vita e rifletti su quanto sei preziosa e bella per Dio.

Questo è il giorno che il Signore ci ha preparato;
festeggiamo e rallegriamoci in esso.
Salmo 118:24

© 2017 Svolta Online

LIBERO E FELICE: LA STORIA DI MATTEO

LIBERO E FELICE: LA STORIA DI MATTEO

La Testimonianza di Matteo:

Mi chiamo Matteo, ho 22 anni, studio ingegneria e voglio raccontarvi come Dio ha cambiato la mia vita. Sono nato in una famiglia semplice, di fede cattolica e sin da bambino ogni domenica andavo a messa con mia madre. Non avevo un particolare interesse per la religione, la consideravo quasi un’imposizione, una cosa da dover fare. A 14 anni decisi di non frequentare più la chiesa, dicendo fra me e me: “io credo in Dio ma non voglio fare più niente di forzato”.

Nello stesso periodo appresi la notizia che alcuni miei zii, attratti dalla musica proveniente dalla chiesa evangelica, entrarono rimanendo molto colpiti dalla Parola tanto da iniziare a frequentare i culti. Dopo un po’ di tempo anche io e mia madre, incuriositi, provammo ad andare per la prima volta in chiesa evangelica. Inizialmente la cosa colpì molto più lei che me, nei giorni successivi iniziai a vedere i primi cambiamenti notando che era molto più gioiosa rispetto al solito. Una sera ascoltammo un pensiero tratto dalla Bibbia in cui si affermava che siamo tutti peccatori e abbiamo bisogno di Dio e possiamo invitarLo ad entrare nella nostra vita e farlo diventare la nostra quotidianità. Quella sera stessa mia madre fece quella richiesta a Dio mentre io mi limitai soltanto ad ascoltare perché dentro di me sentivo che c’era qualcosa di vero in quelle parole ma non mi interessava. Cominciai ad andare saltuariamente a qualche riunione giovanile, finché un giorno in uno di quegli incontri sentii che mi mancava qualcosa e decisi di provare a fare la stessa esperienza di mia madre chiedendo a Dio di entrare nella mia vita e di perdonarmi per i miei peccati.

In quel momento mi sentii veramente LIBERO e FELICE. Ringrazio Dio per quell’esperienza perché da quel giorno ho sempre avuto un nuovo amico su cui contare e un sostegno nei momenti difficili. Anche noi ragazzi abbiamo i nostri problemi, le nostre indecisioni, ansie e perplessità sul futuro ma con Dio non saremo mai Soli. Desidero concludere la mia testimonianza con questo verso: “Dio parla una volta, e anche due, ma l’uomo non ci bada.” (Giobbe 33:14) Non ignorare Dio, con Lui puoi solo guadagnarci!

© 2017 Svolta Online

5 MENZOGNE CHE LA PORNOGRAFIATI RACCONTA

5 MENZOGNE CHE LA PORNOGRAFIATI RACCONTA

C’è molta pornografia nel mondo. Quando ho iniziato a scrivere gli articoli che sarebbero diventati Disintossicazione sessuale, questo peccato era ancora annidato nell’ombra. Poche persone sapevano quanto fosse profondo e mortale. Quasi un decennio dopo, lo comprendiamo. Ora sappiamo che quasi ogni ragazzo e moltissime ragazze sono esposti, ci combatteranno, o ne diventeranno dipendenti. Oggi vorrei considerare 5 orribili menzogne della pornografia.

Non è un problema così grave

Una delle principali menzogne a cui puoi essere tentato di credere quando si tratta di pornografia è: Non è un problema così grave. Se tutti gli altri lo fanno, non può essere un peccato così grave, giusto?

La Bibbia non è d’accordo. Scrivendo per conto di Dio, Paolo dice, “Perché questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che vi asteniate dalla fornicazione…Infatti Dio ci ha chiamati non a impurità, ma a santificazione” (1 Tessalonicesi 4:3, 7). La vita cristiana è inseparabile dalla purezza sessuale. Paolo continua dicendo qualcosa di allarmante: “Chi dunque disprezza questi precetti, non disprezza un uomo, ma quel Dio che vi fa anche dono del suo Santo Spirito” (1 Tessalonicesi 4:8). Quando guardi del materiale pornografico, pecchi attivamente contro la potenza e la presenza dello Spirito Santo. Lui ti sta dicendo di non peccare e tu Gli stai resistendo.

Come cristiano, hai fatto professione di fede in Cristo e hai lo Spirito Santo che vive dentro di te. Lo Spirito ti sta dicendo di non peccare, assicurandoti che Lui ti può aiutare a fare ciò che è giusto. E tu continui a peccare. Questa è una questione molto seria. Ogni volta che decidi di peccare in questo modo, stai peccando contro la presenza dinamica di Dio. È qualcosa di molto grave.

Danneggia solo me

La seconda menzogna è che la pornografia danneggia solo me. La pornografia vuole farti credere che questo sia un problema tuo e di nessun altro. Anche se è dannoso, è dannoso solo per te. Se sei tentato di credere a questa menzogna, hai bisogno di prenderti del tempo per considerare il costo della pornografia.

C’è un costo per la tua anima. Se sei divorato dalla pornografia e non vuoi far morire questo peccato, hai tutte le ragioni per preoccuparti dello stato della tua anima. Se non provi dolore per il peccato, se non hai un reale desiderio di vittoria, se ripetutamente scegli con noncuranza il tuo peccato al posto del tuo Salvatore, hai bisogno di chiederti: amo la pornografia abbastanza da andare all’inferno a causa sua? Per amore della tua anima, fermati!

C’è un costo per il tuo prossimo. Gesù ti dice di amare il tuo prossimo come te stesso. Quelle persone sullo schermo sono il tuo prossimo, altre persone create a immagine di Dio per la gloria di Dio. Li stai amando mentre li guardi fare ciò che fanno? Naturalmente no! Permettendo all’attore sullo schermo di peccare per il tuo piacere, sei diventato un complice del peccato sessuale e della violenza. Per amore del tuo prossimo, smetti di guardare pornografia.

C’è un costo per la tua chiesa. Abbiamo così tanti uomini che dovrebbero essere pastori, che dovrebbero servire come anziani, ma spiritualmente sono dei bambini a causa di questo amore per la pornografia. Abbiamo così tante donne che dovrebbero assumere ruoli di guida nel servizio, ma non possono e non lo faranno perché si sono squalificate da sole a causa della loro lussuria. Per amore della tua chiesa, fermati!

C’è un costo per la tua famiglia. Gli uomini fanno a pezzi le proprie famiglie per amore di piaceri illeciti; le donne schivano l’attenzione dei loro mariti per leggere o guardare ciò che è proibito. I bambini vengono esposti alla pornografia attraverso le tracce che i loro genitori si lasciano dietro. I padri invitano Satana in casa loro a causa della loro dedizione a ciò che Dio proibisce e che Satana ama. Per amore della tua famiglia, smetti di guardare pornografia.

C’è un costo per il tuo Salvatore. Ovviamente questo è il costo più alto di tutti. Se sei un cristiano, riconosci nella tua professione di fede che il costo del perdono è stato nientemeno che la morte dell’amato Figlio di Dio. Gesù ha sofferto ed è morto per il tuo peccato. Come puoi quindi, in quanto cristiano, giocare con il tuo peccato e prenderlo alla leggera? Come puoi non liberartene? Per amore di Dio, smetti di guardare pornografia.

Questo è il mio segreto

La terza menzogna della pornografia è che è un peccato segreto. Puoi essere tentato di credere che ciò che fai in privato nella tua camera da letto non è un problema di nessuno se non tuo. Una delle bugie preferite della pornografia è che questo è il tuo segreto e tu sei l’unico che ne sarà a conoscenza.

Ma non hai imparato che il tuo peccato sa come ritrovarti? Il peccato è subdolo in questo. Al peccato piace convincerti che hai il controllo della situazione, che hai le redini in mano, che puoi peccare tanto così e poi fermarti, che puoi peccare solo queste volte e poi semplicemente smettere. Ma questa, semplicemente, non è la natura del peccato. Trovo utile personificare il peccato, vedere il peccato come un mostro malvagio che vuole distruggere il tuo corpo, la tua anima e la tua mente, vuole mandare in pezzi le tue relazioni e la tua reputazione. Il peccato vuole distruggere tutto di te. Vuole far dondolare davanti a te una tentazione, per vedertici affondare i denti, e poi distruggerti completamente.

Il tuo peccato ti ritroverà. Il peccato vuole attirarti, farti sentire al sicuro e a tuo agio, e poi masticarti e sputarti. Non lo vedi? Il peccato vuole che tu pensi che sia segreto e innocuo, ma alla fine qualcuno ti coglierà sul fatto, qualcuno scoprirà la cronologia delle tue ricerche, qualcuno troverà il tuo estratto conto. Il peccato vuole esporti, metterti in imbarazzo, usare la tua caduta per gettare disprezzo sul Vangelo.

Questo peccato mi soddisferà

La bugia successiva è che questo peccato ti soddisferà. Sai com’è quando ti convinci che hai semplicemente bisogno di peccare, che non puoi in alcun modo essere appagato a meno che non cedi, che non puoi in alcun modo evitare il peccato e rimanere soddisfatto. L’unico modo che hai per essere felice proprio ora, l’unico modo che hai per essere soddisfatto, l’unico modo che hai per dormire stanotte, è peccare.

Il peccato promette sempre di soddisfarti, ma non mantiene mai questa promessa, per più di un momento. Alla fine, il peccato fa sempre grandi promesse, ma poi delude. Il peccato, e soprattutto il peccato sessuale, promette sempre più di quanto possa mantenere. Quando commetti un peccato, ottieni quella momentanea soddisfazione, ma non è una vera soddisfazione dell’anima. Dio promette che la vera gioia e il vero piacere si trovano nell’ubbidienza, non nella disobbedienza. Egli desidera dimostrartelo. Ma può farlo soltanto se Glielo permetti. Conoscerai le benedizioni dell’ubbidienza solo se ubbidirai. Non puoi conoscere tutte le benedizioni che Dio riserva per coloro che Gli ubbidiscono se cedi al tuo peccato ogni giorno.

Il peccato promette soddisfazione e dà morte. Dio promette soddisfazione e dà molto di più di ciò che possiamo chiedere o addirittura immaginare. Prendi Dio in parola!

Sono senza speranza

La quinta menzogna della pornografia è questa: sei senza speranza. La più grande menzogna della pornografia può essere che essa ti possiede, che non hai nessuna possibilità di redenzione, nessuna speranza. Il tuo cuore e la tua mente possono sussurrare che hai peccato troppe volte, che hai stabilito degli schemi di comportamento troppo profondi per cambiare.

Questo non ha alcun senso, è una menzogna diabolica, una totale negazione del Vangelo. Gesù dice: “Tu non appartieni a te stesso; sei stato comprato a caro prezzo.” Egli ti ha comprato con il Suo sangue e tu sei Suo. Non appartieni alla pornografia, ma a Gesù. Gesù dice: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”. Non si riferisce soltanto alle piante e ai pianeti e al mondo intorno a noi. Inizia da te. Egli ti sta rinnovando, sta distruggendo il peccato che è in te, e ti sta chiamando a vivere per essere santo e giusto. Il potere di Gesù è tremendamente ed esponenzialmente più grande del potere della pornografia.

Non sei senza speranza. Non esiste peccato più forte del sangue di Gesù. Non esiste peccato che tu abbia commesso così tante volte da doverlo commettere ancora. Non esiste peccato che Gesù non possa e non voglia perdonare. Quindi non cedere alla disperazione. Non permettere a te stesso di pensare che sei senza speranza e non hai alcuna possibilità di redenzione. Tu hai la più grande speranza al mondo – la speranza del Vangelo.

Se hai fede in Cristo, se afferri le promesse di Dio, se credi al Vangelo, non puoi guardare ancora la pornografia. Sarà un vero piacere per Dio dimostrartelo.

Tim Challies. © 2017 Svolta Online