IL SUICIDIO

IL SUICIDIO

Dati statistici rivelano che molte persone depresse ogni giorno vorrebbero togliersi la vita, ma non hanno il coraggio di farlo. Altre hanno tentato più volte il suicidio senza riuscirci, giungendo così alla terribile conclusione di non essere capaci di far niente, neanche di morire … Ciò che stupisce è che si tratta di persone che apparentemente, non avrebbero nessun motivo per desiderare la morte: sono giovani, in buona salute, hanno un lavoro, una famiglia, una vita “normale”!

Ma dietro questa facciata di “normalità”, si cela un abisso di sofferenza e disperazione, invisibile agli occhi del mondo, e spesso, invisibile persino agli occhi dei familiari e degli amici più cari. Le statistiche sul suicidio dicono che, ogni giorno, in Italia si tolgono la vita almeno dieci persone. E fra questi suicidi, molti hanno meno di trent’anni. Il suicidio non è quasi mai una decisione improvvisa. Poche persone, se non hanno qualche disturbo psichiatrico grave o si trovano a vivere in circostanze estreme, si suicidano in preda ad un raptus di disperazione. In genere, il suicidio è il punto di arrivo di un itinerario mentale lungo e tortuoso, che comporta decisioni, indecisioni e decisioni contrarie a quelle prese in precedenza.

Spesse volte il cammino che conduce al suicidio induce la persona che sta male a prendere in considerazione l’idea di porre fine alla sua esistenza. Non c’è una vera intenzione di suicidarsi, ma il suicidio è preso in considerazione come una possibile soluzione ai propri problemi, viene visto come una specie di ultima opzione da utilizzare nel caso la propria situazione diventasse insopportabile. In questo modo, l’aspirante suicida comincia a familiarizzare con l’idea della propria morte, che viene vista in chiave positiva. La morte non fa più paura e il pensiero di porre fine alla propria esistenza diventa capace di portare conforto e sollievo. In questa fase, possono comparire delle fantasie romantiche sulla propria morte; dove andare a morire, cosa indossare mentre si ingerisce del veleno e si dice addio al mondo crudele … L’aspirante suicida comincia quindi a prendere seriamente in considerazione l’idea di uccidersi. La persona depressa si trova a combattere contro sentimenti ambivalenti, fra la voglia di vivere e quella di morire, fra disperazione e speranza. Successivamente l’aspirante suicida ha maturato la decisione di sopprimersi. Spesso, è deciso ad andare fino in fondo, ma, in molti casi, l’istinto di sopravvivenza ha la meglio e all’ultimo minuto torna sui suoi passi …
Le cause che scatenano in una persona apparentemente felice e con una vita “normale” il desiderio della morte sono diverse; alcuni suicidi sono persone che soffrono di gravi disturbi psichiatrici, altri scelgono il suicidio perché sono anziani, soli e/o gravemente malati. Tuttavia, moltissimi suicidi sono commessi da persone giovani e sane, che soffrono di depressione. a) Alcune cause di suicidio sono di natura esistenziale: alcune persone non riescono a trovare un senso alla propria esistenza, niente le appassiona o le emoziona più. Non si sentono depresse, semplicemente si sentono vuote e spente. Apparentemente hanno una vita normale o addirittura soddisfacente, ma dietro la maschera di normalità, si nasconde una profonda insoddisfazione. Queste persone non credono più in niente e in nessuno: si sentono indifferenti, disincantate, annoiate della vita, senza più sogni. La vita non è più un dono prezioso ma è un vano agitarsi prima della morte. La loro esistenza non è che una morte vivente e allora perché non affrettare l’inevitabile, risparmiandosi la fatica di vivere?
In questo caso, anche se non c’è una depressione conclamata, la persona che pensa al suicidio, vive in uno stato di silente disperazione. L’impossibilità di trovare un senso alla propria esistenza, la noia continua, l’incapacità di amare sono problemi gravi che mascherano una profonda depressione. b) Per alcuni il suicidio è un gesto dettato dalla disperazione: in questo caso la persona che medita il suicidio, è in uno stato di disperazione. Ha subìto un trauma, ha perso una persona cara, ha avuto una delusione in un settore su cui aveva puntato tutta la sua esistenza. Viste dall’esterno, queste delusioni possono sembrare, in molti casi, banali: molti giovani si suicidano per una bocciatura a scuola, per una delusione sentimentale o di amicizia. Ovviamente, quello che conta non è tanto l’evento in sé, ma il significato che questo evento assume per la persona che sta male.
Perciò, può succedere che quello che agli occhi del mondo può apparire come un piccolo insuccesso, abbia un effetto devastante sull’autostima in costruzione del giovane. Un fallimento scolastico diventa allora la prova che si è dei falliti, una delusione d’amore diventa la prova che si ha un carattere poco amabile e che nessuno potrà mai amarli. Si può essere depressi, anche senza che ci sia stato un evento esterno scatenante. Alla base di molte depressioni c’è la mancanza d’amore: chi prende in considerazione il suicidio, sente che a nessuno importa se lui vive o muore. La persona depressa fa un bilancio totalmente negativo della sua esistenza che non offre nessun prospettiva di miglioramento: il futuro sarà orribile come il presente o anche peggio.
Il suicidio appare, allora, come l’unico mezzo per porre fine alle proprie sofferenze che vengono vissute come intollerabili. Alcune volte, il suicidio può avere delle motivazioni “altruistiche”: chi si toglie la vita, è sinceramente convinto di essere un fallito e di aver deluso le aspettative degli altri. È persuaso di essere un peso per i propri cari ed è convinto che gli altri starebbero meglio senza di lui o di lei. c) Il suicidio come vendetta: spesso le persone che pensano al suicidio non si sentono amate e considerate. Il suicidio diventa l’unico modo per essere finalmente visti e apprezzati dalle persone che li circondano. L’aspirante suicida è convinto che solo con un gesto estremo come quello di togliersi la vita, potrà far sì che gli altri si accorgano finalmente di lui. Il suicidio diventa un modo per vendicarsi dell’indifferenza o della cattiveria di amici e parenti: costoro saranno costretti a vivere tutta la loro vita, portandosi dietro il peso insostenibile della colpa e del rimorso. Spesso, con la propria morte, il suicida vuole colpire la persona che più l’ha fatto soffrire in vita: può trattarsi di un genitore, del partner, del gruppo di amici, di un ex fidanzato/a. Ma dietro alla rabbia, c’è sempre una richiesta d’amore: l’aspirante suicida spera di ottenere con la sua morte quell’affetto e quella considerazione che non è riuscito ad ottenere da vivo.
d) Il suicidio come mezzo per ricongiungersi con una persona amata: chi soffre tantissimo per la morte di una persona cara, può decidere di porre fine alla propria esistenza perché pensa di ricongiungersi con l’amato/a nell’aldilà.
Se forse in qualche occasione ti è balenato nella mente il pensiero del suicidio, sappi che questo non è il pensiero di Dio per te, non rientra nella Sua volontà, Egli ha pensieri di pace per te e non di male, per darti un avvenire e una speranza (Geremia 29:11). Dio ti ha donato la vita e non vuole che tu te la tolga!
Se sei in vita è perché Dio lo ha voluto, Davide ispirato dallo Spirito Santo affermava: “Poiché sei tu che hai formato le mie reni, che m’hai intessuto nel seno di mia madre”. (
Salmo 139:13).
Dio desidera che tu sia felice, che non regni in te noia, disperazione, o vuoto assoluto! Dio vuole donarti una vita esuberante (
Giovanni 10:10), sprizzante di gioia; vuole darti pace, serenità, soddisfazione piena. Nella Bibbia con il termine “vita” non si intende solamente esistere, ma raggiungere una pienezza di vita; solamente una vita piena, merita nella Parola di Dio il nome di vita! Vita equivale a benedizione e pace ove per benedizione si intende ogni tipo di prosperità; e pace è il bene supremo comprensivo di tutti i beni! Tutto ciò la si può realizzare soltanto se si permette al Signore Gesù di regnare nel proprio cuore, perché Egli è la Via, la Verità e la Vita (Giovanni 14:6).
Il desiderio di una coppia che si ama è mettere alla luce un figlio, ma se Dio non vuole, il figlio non nasce! Se tu sei in vita è perché Dio lo ha voluto e perché ha un piano per te! Tu non sei nato per “sbaglio”, tu eri e sei nella “mente” di Dio!
“Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua madre, io ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal suo grembo, io ti ho consacrato e ti ho costituito profeta delle nazioni…” (
Geremia 1:5);
“…e non è servito da mani d’uomini; come se avesse bisogno di alcuna cosa; Egli, che dà a tutti la vita, il fiato ed ogni cosa” (
Atti 17:25);
“E l’Eterno Iddio formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale, e l’uomo divenne un’anima vivente” (
Genesi 2:7).
La vita è un dono di Dio e come tale devi essere riconoscente a Lui per il dono che ti ha fatto! Il Signore Gesù ha insegnato quanto sia importante il valore della vita umana: “Cinque passeri non si vendono per due soldi? Eppure non uno d’essi è dimenticato dinanzi a Dio; anzi, perfino i capelli del vostro capo son tutti contati. Non temete dunque; voi siete da più di molti passeri” (
Luca 12:6, 7). Con questo paragone Gesù ricordava ai Suoi discepoli una consuetudine molto comune all’epoca, una specie di “tre per due”, cioè paghi due e prendi tre… Infatti, a chi comprava quattro passeri per due soldi ne veniva dato uno in omaggio. Se il commerciante non valutava il quinto volatile, afferma Gesù, Dio invece non lo trascura! Figuriamoci tu che sei una sua creatura! I capelli del tuo capo sono contati! Ed un solo capello non cade se Dio non lo permette!
Se la vita che stai affrontando non ti piace, non trovi piacere in niente e nessuno, il Signore ti invita a donargli il tuo cuore e allora troverai il vero piacere, la vera soddisfazione il Lui: ” Figlio mio, dammi il tuo cuore, e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie” (
Proverbi 23:26).
Se pensi di non valere nulla, che non sei capace a fare nulla, che nessuno ti ama, sappi che queste sono menzogne perché per il Signore sei prezioso, sei pregiato, sei importante: “… tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo, io do degli uomini al tuo posto, e dei popoli in cambio della tua vita” (
Isaia 43:4).
Tu vali! Sei costato il sacrificio di Gesù sulla croce, Egli è morto per perdonare i tuoi peccati, per riscattarti dal peccato, per salvarti e per darti la vera vita: “… sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri, ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia” (
1 Pietro 1:18, 19).
Se ti trovi in uno stato di disperazione, se pensi che per te non c’è soluzione sappi che Gesù vuole essere la tua speranza: “Paolo, apostolo di Cristo Gesù per ordine di Dio, nostro Salvatore, e di Cristo Gesù, nostra speranza” (
1Timoteo 1:1).
La speranza non è fingere che non esistono i problemi ma sapere che questi non sono eterni, che le ferite si cureranno e le difficoltà si supereranno.
Se c’è un peso nel cuore che ti opprime, ti schiaccia e non riesci a liberartene Gesù ti invita ad andare a Lui e a deporre ogni peso: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo” (
Matteo 11:28). “Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi innalzi a suo tempo; gettando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi” (1 Pietro 5:6, 7).
Pensi che nessuno si curi di te? Che il tuo caso è nascosto agli uomini? Dio ti dice che si prende cura di te e che vuole essere il tuo migliore amico!
Ti senti abbandonato, trascurato, dimenticato da tutti? Il Signore ti ricorda: “… Sion ha detto: L’Eterno mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato. Può una donna dimenticare il bambino lattante e non aver compassione del figlio delle sue viscere? Anche se esse dovessero dimenticare, io non ti dimenticherò” (
Isaia 49:14, 15); “Quantunque mio padre e mia madre mi avessero abbandonato, pure il Signore mi accoglierà” (Salmo 27:10).
Qualunque sia il problema che stai affrontando, anche se secondo te non c’è soluzione e le persone non ti danno speranze sappi che per il Signore niente è impossibile! Ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Lui (
Matteo 19:26)! Abbi fede in Dio! Egli è stato potente a donare ad Abramo di 100 anni e Sara di 90 una discendenza, è stato potente ad aprire il Mar Rosso, a far crollare le mura di Gerico, a far tornare in vita Lazzaro, a dare la vista ai ciechi, a guarire ogni malattia, Egli ti ricorda: “…Ecco, io sono il SIGNORE, Dio di ogni carne; c’è forse qualcosa di troppo difficile per me?” (Geremia 32:27).
Dio non è cambiato, tutto cambia, la società cambia, i mezzi di comunicazione cambiano, le persone cambiano, ma la Bibbia ti ricorda: “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno” (
Ebrei 13:8).
Ciò ti incoraggia a cercare il Signore, ad invocarlo con fede e con tutto il cuore e tu vedrai la tua vita trasformata, godrai della vera gioia, della vera pace e consolazione che solo Dio può darti! Vedrai per fede il problema risolto e sicuramente non disprezzerai più la vita ma la amerai e vorrai vivere ogni istante di essa in comunione con il Padre celeste che ti ama tanto e vuole farti solo del bene!
Solo a Dio spetta il far vivere e il far morire! “L’Eterno fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire” (
1 Samuele 2:6);
“Ora vedete che io solo son Dio, e che non v’è altro dio accanto a me. Io fo morire e fo vivere, ferisco e risano, e non v’è chi possa liberare dalla mia mano” (
Deuteronomio 32:39);
“Quando il re d’Israele ebbe letta la lettera, si stracciò le vesti, e disse: ‘Son io forse Dio, col potere di far morire e vivere, che colui manda da me perché io guarisca un uomo dalla sua lebbra? ‘…” (
2 Re 5:7).
Ricordati che quando l’amore che hai per una persona non è ricambiato, quando la chiamata che speri non arriva mai, quando non ottieni il lavoro che desideri, quando non ricevi l’invito che speravi, non devi pensare che tu non lo meriti o ti senti fallito e incapace, ma tu meriti qualcosa di meglio! Dio vuole darti molto di più, Egli ti ricorda: “…Il SIGNORE è in grado di darti molto di più di questo …” (
2 Cronache 25:9). Abbi fede di aspettare il suo intervento per te!
La vita è costituita da milioni di momenti, alcuni momenti felici, altri tristi e dolorosi, ma ogni momento deve essere affrontato e vissuto con serenità, sapendo che se affidi la vita al Signore, Egli sarà sempre con te, nella gioia come nel dolore: “Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio! Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te; quando attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà…” (
Isaia 43:1, 2);
“Tu, non temere, perché io sono con te; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia…” (
Isaia 41:10).
Sia che vivi in una grande villa, circondato di ricchezza e servi o che lotti di mese in mese per pagare l’affitto, tu puoi essere pienamente soddisfatto in Cristo Gesù, sapendo che “l’Iddio mio provvederà splendidamente ad ogni vostro bisogno secondo le sue ricchezze e con gloria, in Cristo Gesù…” (
Filippesi 4:19) e “I leoncelli soffrono penuria e fame, ma nessun bene manca a quelli che cercano il SIGNORE” (Salmo 34:10).
Ogni giorno è nuovo e con il Signore vale la pena di affrontarlo e gustarlo, puoi incominciare di nuovo e realizzare insieme a Dio i tuoi sogni. Il Signore rinnova continuamente la Sua grazia e questo deve incoraggiarti a vivere ogni giorno come un Suo dono e come un’opportunità di conoscere qualcosa in più delle Sue grazie! by Pasquale Puopolo

LA PAURA

LA PAURA

L’uomo è una creatura che trascorre la sua esistenza in una condizione di continua paura. Nessun sentimento è così universale come la paura. È vecchio come l’umanità. La paura, infatti, comparve subito dopo la caduta di Adamo ed Eva: “Egli rispose: “Ho udito la tua voce nel giardino e ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto” (Genesi 3:10).
Da quel momento l’apprensione ha sempre accompagnato l’umanità durante tutta la sua storia. Dunque la paura è una delle tante conseguenze del peccato.
Oggigiorno sembra che ci siano fin troppi motivi per vivere nella paura. Essa è un sentimento molto diffuso nel cuore di tutti noi. Purtroppo abbiamo paura di tutto: della malattia, della guerra, dei germi, della violenza, dell’insuccesso, del fallimento. Dobbiamo confessare e dire che a volta abbiamo paura anche di noi stessi.
Qualcuno ha detto che il pessimista è: “Uno che ingoia un uovo con tutto il guscio e poi non si siede per paura di covarlo e non si muove per paura di romperlo”.
La cosa sicuramente ci fa sorridere, ma questo improbabile pessimista ci insegna una bella lezione sulla paura. Se glielo permettiamo, la paura può piombarci addosso e rovinarci l’esistenza. Eppure la maggioranza dei timori sono più o meno come l’immaginario pessimista che ingoia un uovo intero: irreali.
Naturalmente Dio ha posto in noi dei normali e salutari timori. Quando tocchiamo un oggetto rovente, la paura di scottarci c’impedisce di toccarlo nuovamente. Quando vediamo la straordinaria potenza di un temporale, abbiamo un innato timore che c’impedisce di star seduti fuori ad aspettare i fulmini. Poi come dicono le Scritture, c’è un salutare “timore dell’Eterno”, che più che vera paura è la riverenza e il rispetto che dobbiamo avere nei confronti di Dio, nostro Creatore e Padre celeste. Quest’ultimo timore è alla base stessa di ogni conoscenza ed è particolarmente desiderabile, come spinta motivante della nostra vita.

CHE COS’È LA PAURA?

Un moderno dizionario dà la seguente definizione: “Stato d’animo costituito da inquietudine e grave turbamento che si prova al pensiero o alla presenza di un pericolo vero o apparente”.
La Bibbia è piena di personaggi che hanno palesemente manifestato paura:
• Sara ebbe paura quando scoprì che Dio conosceva ogni cosa di lei: “Allora Sara negò, dicendo: “Non ho riso”; perché ebbe paura. Ma egli disse: “Invece hai riso!” (Genesi 18:15).
• Isacco fu vinto dalla paura che lo portò a mentire: “Quando la gente del luogo gli faceva delle domande intorno a sua moglie, egli rispondeva: “É mia sorella”, perché aveva paura di dire: “É mia moglie”. “Non vorrei”, egli pensava, “che la gente del luogo mi uccida, a causa di Rebecca”. Infatti lei era di bell’aspetto” (
Genesi 26:7).
• Giacobbe aveva paura della vendetta di suo fratello: “Liberami, ti prego, dalle mani di mio fratello, dalle mani di Esaù, perché io ho paura di lui e temo che venga e mi assalga, non risparmiando né madre né figli” (
Genesi 32:11).
• I discepoli: “E i discepoli, vedendolo camminare sul mare, si turbarono e dissero: “É un fantasma!” E dalla paura gridarono” (
Matteo 14:26).
• Pietro: “Ma, vedendo il vento, ebbe paura e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!” (
Matteo 14:30).
• Il carceriere di Paolo e Sila: ebbe paura quando il terremoto scosse la prigione e tutte le porte si aprirono, il carceriere sconvolto stava per uccidersi: “Il carceriere si svegliò e, vedute tutte le porte del carcere spalancate, sguainò la spada per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti” (
Atti 16:27).
• Il credente a volte ha paura.

Vediamo le paure più frequenti.

A) LA PAURA DI FRONTE AI PROBLEMI DEL MONDO

I problemi del mondo a volte mettono paura nel cuore dell’uomo: guerre, malattie nuove terremoti. Qual’è il sentimento che anima il cuore del credente di fronte alle incertezze e alle paure a volte giustificate del mondo?
L’Antico Testamento è pieno di espressioni figurate assai efficaci come ad esempio quelle del Salmo 46:1-11 “Dio è per noi un rifugio e una forza, un aiuto sempre pronto nelle difficoltà. Perciò non temiamo se la terra è sconvolta, se i monti si smuovono in mezzo al mare, se le sue acque rumoreggiano, schiumano e si gonfiano, facendo tremare i monti. C’è un fiume, i cui ruscelli rallegrano la città di Dio, il luogo santo della dimora dell’Altissimo. Dio si trova in essa: non potrà vacillare. Dio la soccorrerà al primo chiarore del mattino. Le nazioni rumoreggiano, i regni vacillano; egli fa udire la sua voce, la terra si scioglie. Il Signore degli eserciti è con noi, il Dio di Giacobbe è il nostro rifugio. Venite, guardate le opere del Signore, egli fa sulla terra cose stupende. Fa cessare le guerre fino all’estremità della terra; rompe gli archi, spezza le lance, brucia i carri da guerra. “Fermatevi”, dice, “e riconoscete che io sono Dio. Io sarò glorificato fra le nazioni, sarò glorificato sulla terra”. Il Signore degli eserciti è con noi; il Dio di Giacobbe è il nostro rifugio”.
Questo Salmo si riferisce ad un momento di grande difficoltà nella storia di Israele che secondo alcuni studiosi della Bibbia è da attribuirsi all’incombente attacco del re assiro Sennecherib su Gerusalemme. La situazione sembrava disperata fino a che Dio intervenne in modo soprannaturale e rimandò a casa il Re e ciò che restava del suo esercito, umiliato e sconfitto.
Il Salmista ha descritto condizioni di difficoltà e terrore, simili a quelle sperimentate da molti altri figli di Dio. Per mettere in contrasto la paura che è nel cuore dell’uomo con la pace di Dio e la liberazione dai timori, nel versetto 4 il Salmista traccia un’immagine tranquilla e piena di pace. Egli descrive la città che funge da dimora terrena di Dio, Gerusalemme e il Luogo Santo del tempio. Dio stesso era la fortezza che rendeva questa città imprendibile al tempo del Salmista ed è pure la nostra fortezza oggi.
Lo Spirito Santo ha espresso in questo Salmo un messaggio valido per ogni tempo. Gli eventi più disastrosi e violenti sono noti a Dio, non devono allarmarci, se consideriamo che siamo sotto la sua cura. Egli è il Salvatore delle nostre anime, il grande medico dei nostri corpi, il Sommo pastore del Suo gregge, il Padre celeste che non perde mai di vista i suoi figli.
Per ben due volte troviamo scritto: “Il Signore degli eserciti è con noi; il Dio di Giacobbe è il nostro rifugio”. È davvero una bella conclusione per una situazione che sembrava disastrosa. Possono essere tanti i problemi di questo mondo che ci assillano, ma Dio è con noi: “Che diremo dunque riguardo a queste cose? Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi. Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Com’è scritto: “Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello”. Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (
Romani 8:31-39).

B) PAURA DI FRONTE AI PROBLEMI PERSONALI

La nostra vita è costellata anche di tanti problemi personali, che a volte ci mettono paura. Se il Salmo 45 ci parla di paure derivanti da problemi del mondo e di come queste paure sono vinte, il Salmo 91 è la testimonianza del senso di sicurezza che prova chi confida in Dio. L’autore mostra che la vita del credente non è scevra da pericoli, ma Dio controlla ogni cosa: “Chi abita al riparo dell’Altissimo riposa all’ombra dell’Onnipotente. Io dico al Signore: “Tu sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio, in cui confido!” Certo egli ti libererà dal laccio del cacciatore e dalla peste micidiale. Egli ti coprirà con le sue penne e sotto le sue ali troverai rifugio. La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza. Tu non temerai gli spaventi della notte, né la freccia che vola di giorno, né la peste che vaga nelle tenebre, né lo sterminio che imperversa in pieno mezzogiorno. Mille ne cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra; ma tu non ne sarai colpito. Basta che tu guardi, e con i tuoi occhi vedrai il castigo degli empi. Poiché tu hai detto: “O Signore, tu sei il mio rifugio”, e hai fatto dell’Altissimo il tuo riparo, nessun male potrà colpirti, né piaga alcuna s’accosterà alla tua tenda. Poiché egli comanderà ai suoi angeli di proteggerti in tutte le tue vie. Essi ti porteranno sulla palma della mano, perché il tuo piede non inciampi in nessuna pietra. Tu camminerai sul leone e sulla vipera, schiaccerai il leoncello e il serpente. Poich’egli ha posto in me il suo affetto, io lo salverò; lo proteggerò, perché conosce il mio nome. Egli m’invocherà, e io gli risponderò; sarò con lui nei momenti difficili; lo libererò, e lo glorificherò. Lo sazierò di lunga vita e gli farò vedere la mia salvezza” (Salmo 91:1-16).

Analizziamo insieme questo Salmo per vincere le paure legate a problemi personali:
1. “CHI ABITA AL RIPARO DELL’ALTISSIMO RIPOSA ALL’OMBRA DELL’ONNIPOTENTE”
a) “Abitare al riparo e al riposo”. Chi ha sempre il pensiero rivolto a Dio, qui è descritto come colui che ha trovato riparo e riposo in Dio. È una verità incontestabile. Quando la paura ci assale, si trova riposo riparandoci nel Signore, alla Sua ombra. La paura che ci fa stare in agitazione scompare per lasciare il posto alla pace, alla serenità, al riposo: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero” (Matteo 11:28).
Il credente “si ritira” in questo luogo accessibile a lui, ma inaccessibile a chi vuole fargli del male.
b) All’ombra dell’Onnipotente”. Per il Salmista la presenza di Dio è come un’ombra che si stende sui Suoi figliuoli per proteggerli. Questa è un’immagine ricorrente nell’Antico Testamento: “Abbi cura di me come la pupilla dell’occhio, nascondimi, all’ombra delle tue ali” (
Salmo 17:8).

2. “IO DICO AL SIGNORE: “TU SEI IL MIO RIFUGIO E LA MIA FORTEZZA, IL MIO DIO, IN CUI CONFIDO!”
Rifugio e fortezza sono termini abbastanza comprensibili. Il termine ebraico “fortezza” si riferisce ad una fortificazione che aveva la funzione di difesa dagli attacchi dei nemici. Questo ci fa comprendere che Dio difende i credenti in battaglia; perciò non dobbiamo avere paura ma con piena fiducia dobbiamo dire: “Signore, Tu sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio, in cui confido”.

3. “CERTO EGLI TI LIBERERÀ DAL LACCIO DEL CACCIATORE E DALLA PESTE MICIDIALE”
a) “Laccio dell’uccellatore”. Il salmista qui parla dell’uccellatore cioè di colui che cattura al laccio gli uccelli. Egli nasconde molto bene il laccio sul terreno in modo che la povera vittima non la scorga e così resti intrappolata. È un’immagine che descrive molto bene le trappole della tentazione. Cosa fare per sfuggire a certe trappole? La rassicurante risposta è al verso tre: “Egli ti libererà”.
b) “Peste”. La parola tradotta “peste” in ebraico ha un senso molto più ampio e si riferisce a qualsiasi grande minaccia: la malattia, la carestia, le bestie selvagge, gli eserciti nemici ecc. Anche quando gravi minacce incombono, Dio è il nostro liberatore.

4. “EGLI TI COPRIRÀ CON LE SUE PENNE E SOTTO LE SUE ALI TROVERAI RIFUGIO”. LA SUA FEDELTÀ TI SARÀ SCUDO E CORAZZA”
a) “Coprire con le penne”. Qui c’è un’immagine piena di tenerezza: “Dio protegge i suoi figli sotto le sue ali, come la chioccia protegge i pulcini sotto le ali. Gesù riprenderà questa toccante figura per parlare della disubbidienza di Israele: “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come la chioccia raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto”! (Matteo 23:37).
b) “Scudo e targa”. Nello stesso versetto il Salmista cambia immagine e ci fa vedere una scena da guerra. Gli antichi soldati portavano un grande scudo per proteggersi dalle frecce e dalle lance scagliate contro di loro ad una certa distanza. Poi portavano legato al braccio uno scudo più piccolo, chiamato “targa”, che usavano per i combattimenti “corpo a corpo”. Dopo l’attacco a distanza, gli eserciti si scontravano, la battaglia diventava individuale perchè i soldati combattevano a tu per tu. In ogni tipo di combattimento la fedeltà di Dio ci fa da scudo e da targa. Dio è verace e degno di fiducia perciò possiamo contare su di Lui e non avere paura.

5. “TU NON TEMERAI GLI SPAVENTI DELLA NOTTE, NÉ LA FRECCIA CHE VOLA DI GIORNO”
a) “Spaventi della notte”. La parola tradotta “spavento” si riferisce ad una forte sensazione di paura. La Bibbia parla spesso di spaventi della notte. Non so quanti hanno fatto quest’esperienza di incubi notturni, di senso di oppressione o di mancamento. Quando questo accade, quando la paura ci assale, con fede gridiamo al Signore: “Quando ti coricherai non avrai paura; starai a letto e il tuo sonno sarà dolce” (Proverbi 3:24).
È una promessa di Dio avere sonni tranquilli:
Salmo 4:8 “In pace mi coricherò e in pace dormirò, perché tu solo, o Signore, mi fai abitare al sicuro”.
Salmo 3:5 “Io mi sono coricato e ho dormito, poi mi sono risvegliato, perché il Signore mi sostiene”.
b) “La freccia che vola di giorno”. Ci riporta sul campo di battaglia. Questa minaccia mortale scagliata silenziosamente da numerosi arcieri semina morte e feriti. L’apostolo Paolo aveva quest’immagine nella mente quando parlava dei dardi infuocati del maligno: “Prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno” (
Efesini 6:16).
Ancora una volta il credente può proteggersi dietro il suo scudo onnipotente.

6. “NÉ LA PESTE CHE VAGA NELLE TENEBRE, NÉ LO STERMINIO CHE IMPERVERSA IN PIENO MEZZOGIORNO”
Il versetto 6 ci parla nuovamente dei pericoli che incombono su di noi sia di giorno che di notte. Peste e sterminio sono due espressioni molto forti che possono colpire chiunque. Anche in situazioni molto difficili, il credente deve continuare a confidare nel Signore.

7. “MILLE NE CADRANNO AL TUO FIANCO E DIECIMILA ALLA TUA DESTRA; MA TU NON NE SARAI COLPITO”. BASTA CHE TU GUARDI, E CON I TUOI OCCHI VEDRAI IL CASTIGO DEGLI EMPI. POICHÉ TU HAI DETTO: “O SIGNORE, TU SEI IL MIO RIFUGIO”, E HAI FATTO DELL’ALTISSIMO IL TUO RIPARO, NESSUN MALE POTRÀ COLPIRTI, NÉ PIAGA ALCUNA S’ACCOSTERÀ ALLA TUA TENDA”
Di fronte a tutte queste cose che incutono paura, vi è la certezza che il credente che confida in Dio può stare al sicuro: basta che guardi al Signore, confidi in Lui e faccia di Lui del continuo il suo rifugio.

8. “POICHÉ EGLI COMANDERÀ AI SUOI ANGELI DI PROTEGGERTI IN TUTTE LE TUE VIE. ESSI TI PORTERANNO SULLA PALMA DELLA MANO, PERCHÉ IL TUO PIEDE NON INCIAMPI IN NESSUNA PIETRA”
Qui il Salmista parla delle guardie del corpo dei credenti, ovvero gli angeli di Dio: “Essi non sono forse tutti spiriti al servizio di Dio, mandati a servire in favore di quelli che devono ereditare la salvezza?” (Ebrei 1:14).
Essi hanno il preciso incarico di guardarci in tutte le nostre vie. La cura degli angeli si estende anche a piccolezze, come quando inciampiamo col piede su una pietra (v.12). Questo si riferisce a quegli ostacoli giornalieri che sembrano piccoli e insignificanti, ma che possono ferirci o nuocerci.

9. “TU CAMMINERAI SUL LEONE E SULLA VIPERA, SCHIACCERAI IL LEONCELLO E IL SERPENTE”
Per leoncello s’intende l’animale nel massimo della sua forza. Oggi non ci sono più leoni in Israele, ma si sa che imperversavano nell’antica Palestina. I leoni si gettano ruggendo sulla preda, l’astuto serpente invece avanza silenziosamente e colpisce quando la vittima non se lo aspetta. Il salmista ha voluto rappresentare tanto i pericoli evidenti, quanto quelli nascosti: il credente li calpesta tutti trionfanti: “Il Dio della pace stritolerà presto Satana sotto i vostri piedi” (Romani 16:20).

10. “POICH’EGLI HA POSTO IN ME IL SUO AFFETTO, IO LO SALVERÒ; LO PROTEGGERÒ, PERCHÉ CONOSCE IL MIO NOME. EGLI M’INVOCHERÀ, E IO GLI RISPONDERÒ; SARÒ CON LUI NEI MOMENTI DIFFICILI; LO LIBERERÒ, E LO GLORIFICHERÒ. LO SAZIERÒ DI LUNGA VITA E GLI FARÒ VEDERE LA MIA SALVEZZA”
Questo meraviglioso Salmo si conclude con un messaggio rassicurante pronunciato dal Signore. È Dio stesso a terminare questo Salmo. Quanti hanno posto in Dio la loro fiducia, saranno protetti, perché avranno invocato il Suo Nome. Dio risponderà loro, sarà con loro nei momenti difficili. Lo “leverò in alto” significa che metterà al sicuro il credente al di sopra di tutte le calamità precedentemente descritte. Tutto ciò che Dio richiede è che noi lo invochiamo, poiché Egli è pronto come un padre amorevole, a rispondere al nostro grido e a liberarci.
La promessa “gli farò vedere la mia salvezza” è particolarmente rassicurante per noi che siamo salvati in speranza. Un giorno vedremo la piena salvezza fisica e spirituale che ci aspetta.
Il Salmo 91 illustra la sicurezza personale di colui che confida in Dio. Vi sono pericoli che si ergono di fronte al credente di giorno o di notte. Ma al di sopra d’ogni cosa c’è Dio. Il Salmista non permette che le paure della vita distolgano i nostri occhi dalla visione di Colui che non cambia mai.
I cristiani si preoccupano della situazione del mondo, ma il conflitto più ricorrente e pressante è il combattimento personale. Comunque per qualunque battaglia ci battiamo, personale o familiare, possiamo confidare nell’amore di Dio.

C) LIBERATI DALLA PAURA

Gesù promise ai Suoi discepoli “la sua pace”, cioè la pace che Egli stesso possedeva. In quel momento Egli godeva di una pace perfetta interiore nonostante avesse davanti la croce: “Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (Giovanni 14:27).
Gesù ha promesso la sua pace a tutti i Suoi discepoli, indipendentemente dalle situazioni che incontriamo: “A colui che è fermo nei suoi sentimenti tu conservi la pace, la pace, perché in te confida. Confidate per sempre nel Signore, perché il Signore, sì il Signore, è la roccia dei secoli” (
Isaia 26:3-4).
Confidare è la parola chiave per trovare perfetta pace di Dio. Da questa fiducia deriva una certa stabilità dei sentimenti, non più ondeggianti, perché confidiamo nel sostegno di Dio. Questo è il segreto per vivere con la pace nel cuore.
La fiducia in Dio produce anche forza e sicurezza, perché Dio è per il Suo popolo “la roccia dei secoli”, o come altri traducono “la Roccia eterna”.
Il mondo può desiderare questa pace, ma al di fuori di Cristo questa pace non c’è: “Essi curano alla leggera la piaga del mio popolo; dicono: “Pace, pace”, mentre pace non c’è” (
Geremia6:14).
La pace di Cristo e quella del mondo appartengono a categorie completamente diverse. Solo se la pace di Cristo controlla la nostra mente, possiamo evitare di essere schiacciati dalle paure. Quando Egli riempie la nostra vita, non c’è più posto per la paura. Nessuna ideologia o istituzione umana riuscirà a portare la pace nel mondo e nell’anima dell’umanità. La vera pace è frutto dello Spirito Santo: “Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo” (
Galati 5:22).

D) QUANDO LA PAURA CI ASSALE:

• Gridiamo al Signore: “Quando il faraone si avvicinò, i figli d’Israele alzarono gli occhi; ed ecco, gli Egiziani marciavano alle loro spalle. Allora i figli d’Israele ebbero una gran paura, gridarono al Signore” (Esodo 14:10).

• Non temiamo: “Il Signore è la mia luce e la mia salvezza; di chi temerò? Il Signore è il baluardo della mia vita; di chi avrò paura?” (Salmo 27:1).

• Restiamo fiduciosi: “Se un esercito si accampasse contro di me, il mio cuore non avrebbe paura; se infuriasse la battaglia contro di me, anche allora sarei fiducioso” (Salmo 27:3).

• Confidiamo in Dio: “Nel giorno della paura, io confido in te” (Salmo 56:3).

• Cerchiamo la guida dello Spirito Santo: “E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione, mediante il quale gridiamo: Abbà! Padre!” (Romani 8:15).

• Rifugiamoci in Dio: “Poiché così aveva detto il Signore, Dio, il Santo d’Israele: Nel tornare a me e nello stare sereni sarà la vostra salvezza; nella calma e nella fiducia sarà la vostra forza; ma voi non avete voluto”! (Isaia 30:15).

Ricordiamoci del continuo le parole dell’apostolo Giovanni e le nostre paure fuggiranno lontano da noi: “Nell’amore non c’è paura; anzi, l’amore perfetto caccia via la paura, perché chi ha paura teme un castigo. Quindi chi ha paura non è perfetto nell’amore” (1Giovanni 4:18). by adimodugno

LE PRATICHE OCCULTE

LE PRATICHE OCCULTE

esaminate alla luce della Parola di Dio

“Guardate, io pongo oggi dinanzi a voi la benedizione e la maledizione: la benedizione, se ubbidite ai comandamenti dell’Eterno, del vostro Dio, i quali oggi vi do; la maledizione, se non ubbidite ai comandamenti dell’Eterno, dell’Iddio vostro, e se vi allontanate dalla via che oggi vi prescrivo, per andar dietro a dèi stranieri che voi non avete mai conosciuti.

Non si trovi in mezzo a te chi fa passare suo figlio o sua figlia per il fuoco, né chi esercita la divinazione, né astrologo, né chi predice il futuro, né mago, né chi usa incantesimi, né chi consulta gli spiriti, né chi dice la fortuna, né negromante, perché chiunque fa queste cose è in abominio all’Eterno” (Deut. 11:26-28, 18:10-12a).

Le pratiche occulte, riassunte nel breve elenco riportato sopra, sono un’abominazione per l’Iddio santo. Un’abominazione è qualcosa che Dio ritiene orribile e disgustoso. Egli detesta chiunque esercita queste pratiche, poiché tramite esse gli esseri umani fanno la volontà di Satana, e si incamminano verso la loro distruzione.

Osserviamole brevemente:

1 Non si trovi in mezzo a te chi fa passare suo figlio o sua figlia per il fuoco…
Fa riferimento al sacrificio umano (Lev. 18:21, 2 Re 16:3, 17:17, 21:6, 23:10. 2 Cron. 33:6, Ger. 32:35). Nessuno è autorizzato a uccidere un altro essere umano. Allo stesso modo, un bambino non ancora uscito dal grembo materno è una creatura umana viva, che Dio ha formato e a cui Dio ha dato la vita.

2 Né chi esercita la divinazione, né chi predice il futuro, né chi dice la fortuna…
Fa riferimento alla pratica di cercare di scoprire il futuro e predire gli eventi mediante le pratiche esoteriche e il soprannaturale. È praticata da chiaroveggenti, cartomanti e persone che esercitano attività medianiche (2 Re 17:17, Ger. 27:8-9, Atti 16:16-24). Dio è il creatore e il sostentatore dell’universo, e a Lui soltanto dobbiamo rivolgerci, sapendo che conosce ogni cosa e ogni evento futuro.
Attenzione a: cartomanzia, chiaroveggenza, chi dice la buona fortuna, chi legge le linee della mano, le tavolette ouija, le sfere di cristallo, i tarocchi, la lettura dei fondi di tè, ecc.

3 Né astrologo…
L’astrologia (predire il futuro basandosi sulla posizione degli astri) è un’altra forma di divinazione. Significa sottomettersi alla volontà di entità spirituali per il proprio destino, anziché a Dio (Is. 47:12-15, Ger. 10:2, Dan. 1:20, 5:7,11,15). Dio ci guida, non la Sua creazione. Gli oroscopi possono apparire innocui ai più, ma sono una forma di schiavitù spirituale. Leggerli significa accettare e onorare le pratiche occulte che Dio ha chiaramente condannato. Essi sono scritti da persone che praticano l’astrologia.
Attenzione a: astrologia, oroscopo, calcolo dell’ascendente, compatibilità di coppia in base al segno zodiacale, numerologia, etc.

4 Né mago…
I maghi, ma anche gli stregoni, sono coloro che utilizzano la magia, i riti magici, gli incantesimi (2 Re 17:17, Ger. 27:9). Dio ha comandato di allontanarsi da qualunque cosa abbia a che fare con la magia, e da qualunque contatto con entità spirituali. Non importa se può apparire buona o è considerata tale, poiché essa ha comunque la sua origine in Satana. La magia è una cosa che Dio ha in abominio.
Attenzione a: maghi, libri di magia o sull’esoterismo, sul satanismo, riti occulti, invocazioni, magia bianca, rossa o nera, ecc.

5 Né chi usa incantesimi…
Cioè streghe e stregoni, che fanno uso di incantesimi, e che sono in contatto con entità e potenze spirituali. Costoro praticano diverse forme di magia (Es. 22:18, 2 Cron. 33:6, 1 Sam. 15:23, Gal. 5:19-21, Is. 19:3) e alcuni utilizzano simboli, talismani, amuleti.
Non esiste una stregoneria “bianca” nel senso di “buona”, poiché lo stregone riceve, inconsapevolmente o consapevolmente, il suo potere da Satana e i demoni che lo servono. Satana, non dimentichiamolo, “si traveste da angelo di luce” (2 Cor. 11:14).
Gli incantesimi sono utilizzati anche da molti maghi, ad esempio per avere il controllo su altre persone, o per alterare la natura (2 Re 17:17, 21:6, 2 Cron. 33:6, Is. 19:3).
Attenzione a: culti pagani, incantesimi, cristalli, riti per “indirizzare i fluidi” e le energie dell’universo, riti propiziatori per ottenere benessere e ricchezze, visualizzazione, mantra, viaggio astrale, ecc.

6 Né chi consulta gli spiriti…
Chiedere, domandare, desiderare, invocare, contattare, cercare un’entità spirituale, oppure lo spirito di un defunto o un’entità angelica come gli angeli o i demoni (2 Re 21:6, 2 Cron. 33:6, Is. 19:3).
Attenzione a: channeling, tavolette ouija, spiritismo, “maestri illuminati”, amici spirituali invisibili, culto degli angeli (gli angeli di Dio non si lasciano adorare né invocare, anzi il loro culto è vietato, cfr. Col. 2:18), scrittura automatica, sedute spiritiche, bicchierino, telepatia, yoga, reiki e altre pratiche derivanti dalle religioni orientali, radioestesia, meditazione, ipnosi, magnetismo, dinamismo dei gruppi, medicine alternative del New Age, ecc.

7 Né negromante…
Cioè una persona che ritiene di parlare, di comandare o di essere in contatto con i defunti (1 Sam. 1-25, Is. 8:19, 1 Cron. 10:13-14). Chi chiama i medium per parlare con i propri familiari defunti (o lo fa in prima persona), pensa che essi contattino i morti, ma in realtà essi sono un tramite tra i demoni e gli uomini. Gli spiriti maligni che essi contattano spesso inconsapevolmente, ingannano l’uomo presentandosi come i defunti con i quali si desidera parlare.
I morti non possono essere contattati dai vivi (le Scritture negano questa possibilità); si tratta di entità spirituali demoniache al servizio di Satana che si presentano come defunti.
Attenzione a: medium, spiritismo, magia, stregoneria, voodoo, ecc.

“Che chiede da te l’Eterno, il tuo Dio, se non che tu tema l’Eterno, il tuo Dio, che tu cammini in tutte le sue vie, che tu l’ami e serva all’Eterno, ch’è il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua, che tu osservi per il tuo bene i comandamenti dell’Eterno e le sue leggi che oggi ti do?” (Deut. 10:12,13). by il Cammino Cristiano

Allego altri passi contro l’astrologia

Deuteronomio 4:19

[…] e anche affinché, alzando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna, le stelle, tutto l’esercito celeste, tu non ti senta attratto a prostrarti davanti a quelle cose e a offrire loro un culto, perché quelle sono le cose che il SIGNORE, il tuo Dio, ha lasciato per tutti i popoli che sono sotto tutti i cieli.

Isaia 47:13-15

Tu sei stanca di tutte le tue consultazioni; si alzino dunque quelli che misurano il cielo, che osservano le stelle, che fanno pronostici a ogni novilunio; ti salvino essi dalle cose che ti piomberanno addosso! 14 Ecco, essi sono come stoppia; il fuoco li consuma; non salveranno la loro vita dalla violenza della fiamma; non ne rimarrà brace a cui scaldarsi, né fuoco davanti al quale sedersi. 15 Così sarà la sorte di quelli intorno a cui ti sei affaticata. Quelli che hanno trafficato con te fin dalla tua giovinezza andranno senza meta ognuno per conto suo e non ci sarà nessuno che ti salvi.

Isaia 8:19

Se vi si dice: «Consultate quelli che evocano gli spiriti e gli indovini, quelli che sussurrano e bisbigliano», rispondete: «Un popolo non deve forse consultare il suo Dio? Si rivolgerà forse ai morti in favore dei vivi?

Deuteronomio 18:10-14

Non si trovi in mezzo a te chi fa passare suo figlio o sua figlia per il fuoco, né chi esercita la divinazione, né astrologo, né chi predice il futuro, né mago, 11 né incantatore, né chi consulta gli spiriti, né chi dice la fortuna, né negromante, 12 perché il SIGNORE detesta chiunque fa queste cose; a motivo di queste pratiche abominevoli, il SIGNORE, il tuo Dio, sta per scacciare quelle nazioni dinanzi a te. 13 Tu sarai integro verso il SIGNORE Dio tuo; 14 poiché quelle nazioni, che tu spodesterai, danno ascolto agli astrologi e agli indovini. A te, invece, il SIGNORE, il tuo Dio, non lo permette. Dio vi benedica e protegga

UN TESORO PARTICOLARE

UN TESORO PARTICOLARE

In Numeri 13 e 14, vediamo che Israele aveva inviato dodici spie a esplorare la Terra Promessa. Quando queste spie ritornarono dopo quaranta giorni, piantarono tre bugie nei cuori del popolo di Dio:

  1. “Ci sono troppe persone nel paese e sono troppo forti per noi”.
  2. “Le mura delle città sono troppo alte. Le fortezze sono inespugnabili”.
  3. “Ci sono giganti nel paese e noi non ne siamo all’altezza. Siamo impotenti, siamo finiti!”

Queste bugie si impossessarono del cuore d’Israele e il popolo attraversò una nottata di disperazione: “Allora tutta l’assemblea alzò la voce e diede in alte grida; e quella notte il popolo pianse” (Numeri 14:1). Riesci a immaginarti la scena? Pensa a cosa si doveva sentire. Più di due milioni di persone che piangevano, si lamentavano, gemevano, concentrandosi completamente sulla propria debolezza e incapacità. Quei suoni lamentevoli di incredulità bombardavano il cielo.

Amato, dai uno sguardo serio e vero a questa scena e potresti ritrovare te stesso lì in mezzo. Hai mai trascorso una notte come quella, piangendo e lamentandoti a causa delle bugie sataniche che sono state piantate nel tuo spirito? Forse hai gridato a Dio: “Basta, non ce la faccio più. Questa prova è davvero troppo. Queste fortezze in me non crolleranno mai. Non ce la farò mai. Ho perso la battaglia”.

Il diavolo scaglia queste stesse tre bugie contro il popolo di Dio: “Le vostre tentazioni sono troppo numerose. Le vostre concupiscenze sono troppo forti. Siete troppo deboli per resistere alle potenze che vengono contro di voi”.

La parola che Dio rivolse a Israele è per noi oggi: “Sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare, poiché tutta la terra è mia” (Esodo 19:5).

“Poiché tu sei un popolo santo all’Eterno, il tuo DIO, e l’Eterno ti ha scelto per essere un popolo suo, un tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra” (Deuteronomio 14:2). by David Wilkerson

CONOSCERE DIO

CONOSCERE DIO

“Nondimeno fra quelli che son maturi noi esponiamo una sapienza, una sapienza però non di questo secolo né de’ principi di questo secolo che stan per essere annientati” (I Corinzi 2:6)

Che cosa intendeva l’apostolo? Le persone mature o compiute non necessitano di sapienza. Sono già sagge, nessuno può insegnare loro nulla. Paolo ci fornisce un’ulteriore ragione per diffidare di coloro che assegnano ad una sapienza di stampo umano il ruolo di giudice ultimo. Il peccato non ha distrutto in alcun modo i nostri organi fisici, e neppure la percezione mentale: ha danneggiato invece la facoltà di cui parla Paolo, quella percezione spirituale mediante la quale possiamo conoscere Dio. Non possiamo vedere Dio con gli occhi: neppure la ragione può attingere alla Sua persona. Possiamo forse percepire il bisogno di una causa prima di tutte le cose, ma non giungiamo a conoscere Dio ammettendo una necessità logica. Come posso quindi conoscere il Signore? Grazie ad un desiderio spirituale risvegliato dalla Parola di Dio e dall’azione dello Spirito Santo, tramite quella facoltà che mi faccia avere comunione con Lui, confidare nella Sua benevolenza, riposare nella Sua cura, gioire nel Suo amore e dedicarmi al Suo servizio. È una consapevolezza ben distinta, chiara, sulla quale fare pieno affidamento. Paolo stava quindi rivolgendosi a quanti avevano questa facoltà spirituale ristorata. Per parlare con la sapienza delle parole basta rivolgersi all’intelletto, mentre per raggiungere i bisogni dello spirito è necessaria la virtù dello Spirito Santo. “Ma, com’è scritto: Le cose che occhio non ha vedute, e che orecchio non ha udite e che non son salite in cuor d’uomo, son quelle che Dio ha preparate per coloro che l’amano” (v. 9). È strano che questo passo sia stato comunemente associato al cielo. L’apostolo dichiara semplicemente che l’occhio non può vedere il Signore e che l’orecchio non Lo può udire: allo stesso modo l’uomo naturale non è in grado di ricevere le cose di Dio. “Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito” (v. 10). Poiché l’ambito delle cose di Dio è esclusivamente spirituale, la sapienza umana è incapace di percepirlo o di riceverlo: quindi nulla può essere d’aiuto se non lo Spirito Santo. Come la conoscenza di noi stessi deriva esclusivamente dallo spirito che è in noi, la conoscenza di Dio può essere rivelata unicamente dal Suo Santo Spirito, del Quale ci viene fatto dono.
© – 1988 Assemblee di Dio in Italia