RESTA FERMO E ASPETTA

RESTA FERMO E ASPETTA

Dio parla al Suo popolo attraverso la voce del Suo Spirito: “Quando andrete a destra o quando andrete a sinistra, le tue orecchie udranno dietro a te una parola che dirà: ‘Questa è la via; camminate in essa!’” (Isaia 30:21).

La voce del Suo Spirito giunge a noi soprattutto mediante le Scritture. Egli potrebbe aprire un passo biblico che diventerà la chiave della nostra liberazione. Ma prima di poter udire la Sua voce direttrice, Dio richiede qualcosa da noi: dobbiamo restare fermi e aspettare che Lui agisca.

Questa parola non è un suggerimento ma un comandamento. È il segreto per la nostra vittoria e liberazione totale. Infatti, il Signore comandò al Suo popolo di restare fermi in molte occasions.

In Giosuè 3 leggiamo di un altro passaggio che Israele dovette fare, al fiume Giordano. Dio istruì il popolo: “Quando sarete giunti ai margini delle acque del Giordano, vi fermerete nel Giordano” (Giosuè 3:8). Poi il Signore aggiunse: “E avverrà che, non appena le piante dei piedi dei sacerdoti…si poseranno nelle acque del Giordano, le acque del Giordano saranno divise, e le acque che scendono dall’alto si fermeranno in un mucchio” (verso 13).

Dio stava dicendo: “Quando arriverete al fiume, poggiate i vostri piedi e restate fermi lì. Restate fermi, riposate. Solo aspettate che Io agisca e io dividerò le acque per voi!”

Il termine ebraico per restare fermi in questo passo significa “cessare ogni attività, fermare ogni lotta”. Tuttavia, quanti israeliti obbedirono quando giunsero al Giordano? Mentre i loro piedi erano nell’acqua, molti devono aver pensato: “Come sappiamo che funzionerà?”

Qualcuno sarà stato tentato a costruire un ponte di collegamento e cercare di attraversare spinti dalla propria ingenuità. Ma sarebbe stato tutto invano.

Dio agì in quell’occasione, Egli divise le acque. L’atto d’obbedienza di Israele fu accompagnata dalla fede, e Dio rispose a quella fede! by David Wilkerson

DAL DRAMMA DELLA CROCE ALLA SALVEZZA

DAL DRAMMA DELLA CROCE ALLA SALVEZZA

Io so in chi ho creduto

Tutto ebbe inizio nel mese di agosto del 1973 quando, appena sedicenne, partii da Roma con i miei genitori per trascorrere le vacanze estive in Sardegna, loro paese di origine. Trovai li’ mio zio, completamente cambiato dall’ultima volta che ci eravamo lasciati: da qualche mese aveva accettato Gesu’ come suo personale Salvatore. Qualcosa era avvenuto in lui che non sapevo spiegare. ‘Il motivo’, mi disse offrendomi un Vangelo, ‘e’ tutto qui’. Cominciai, incuriosito, a leggere quel piccolo libretto e la semplicita’ di quel messaggio disarmo’ i miei pregiudizi, lasciandomi intravedere una nuova realta’. Iniziai a frequentare regolarmente la piccola comunita’ locale, malgrado l’opposizione dei miei genitori che vedevano in questo un tradimento dell’ideale religioso con il quale ero stato educato fin da bambino. Ricordo ancora con commozione quei momenti di comunione fraterna trascorsi nel salotto di una casa povera, ma dignitosa. Quelle riunioni avevano la semplicita’ dei primi culti cristiani, quando i credenti aprivano le proprie case alla vita comunitaria.
Venne poi il tempo di rientrare in citta’: con il fraterno saluto della mia nuova famiglia in Cristo e… l’indirizzo di una comunita’ di Roma. Per un anno, circa, frequentai i culti domenicali, deriso dagli amici e osteggiato da genitori e parenti. Mi sentivo solo nella lotta. Dopo circa un anno quel debole lumicino si ando’ spegnendo, attratto sempre piu’ dalle luci del mondo. Fu l’inizio del periodo piu’ cupo della mia vita: quattordici lunghi anni trascorsi da un abisso a un altro abisso, sempre alla ricerca di nuove emozioni che soddisfacessero la mia sete insaziabile di pace e tranquillita’. A distanza di anni posso affermare che, pur essendomi allontanato, il Signore mi e’ sempre stato vicino in paziente attesa di recuperare la Sua pecora.
Frequentavo un bar vicino casa, ritrovo di giovani sbandati che vedevano il mondo come terra di conquista. Come avviene a chi va con lo zoppo, imparai anche a zoppicare: scorribande notturne, malefatte al limite della legalita’ erano all’ordine del giorno. Nel frattempo avevo intensificato i miei studi divorando i libri con una sete insaziabile. Studiai solfeggio e suonando la batteria feci parte di un gruppo musicale. Anche questo, pero’, non era sufficiente a placare la mia anima: l’insoddisfazione vi regnava implacabile!
Un giorno fui contattato per sostituire un percussionista di una compagnia teatrale che metteva in scena ‘Elena di Troia’ di Euripide, nello splendido scenario del teatro greco di Siracusa. Restai cosi’ affascinato da quel mondo che al rientro mi iscrissi all’accademia d’arte drammatica e, bruciando ogni tappa, dopo due anni di studi, prima del saggio d’esame, mi avviai alla nuova carriera con un importante contratto in tasca. Ricominciarono pero’, a riaffiorare le paure, le insoddisfazioni e le incertezze rimaste sopite in fondo all’anima. Il mare stava nuovamente agitandosi, salendo incessante verso burrasca quando, nel febbraio del 1987, venni scritturato per una ‘Passione’ (rappresentazione teatrale a carattere religioso). Il palcoscenico era l’abside della chiesa di S. Bortolomeo all’isola Tiberina di Roma. Avrei dovuto interpretare il sacerdote Caifa.
Qui inizio’ quel sofferto travaglio interore che mi porto’ a capitolare davanti all’amore di Gesu’. Tornavo la notte a casa, dopo le prove dello spettacolo, con l’animo pesante, angustiato per l’interpretazione che il regista dava al ‘dramma della croce’ con Gesu’ visto in chiave di rivoluzionario e Giuda come vittima. Mi sentivo profondamente offeso da questo, era come se stessero colpendo il mio piu’ caro amico.
Una notte, pochi giorni prima del debutto, non riuscivo a prendere sonno. Alzandomi dal letto venni colto da un improvviso malore: una forte vertigine mi fece perdere l’equilibrio e caddi a terra. Ricordo lo stupore allibito di scoprirmi debole e fragile, questo mi colpi’ piu’ che il male in se’. Due parole affiorarono sulla mia bocca: ‘Gesu’, aiutami’. Avvertii in quel momento la presenza incoraggiante di qualcuno vicino a me, lo sentiii afferrare il mio braccio e, come un naufrago, tirarmi fuori da quel mare di emozioni. Subito dopo, una voce mi incoraggiava a riguadagnare il letto e aprire quella Bibbia da tanti anni dimenticata nel cassetto del mio comodino. Cominciai a leggere il Vangelo di Giovanni. Ogni parola era un passo in paradiso, lacrime dolci di gioia scivolavano dai miei occhi per tutti i peccati che, ad uno ad uno, il Signore in quel momento mi stava perdonando.
Il mattino dopo ero una nuova persona, tutto era cambiato intorno e dentro di me.
Il giorno prima fumavo e da quel mattino le mie labbra non hanno piu’ toccato una sigaretta; alcolici e vino che in maniera smodata bevevo prima di entrare in scena, per farmi coraggio, divennero per me cose inutili! Il Signore, oltre all’opera della salvezza, compi’ per me anche il miracolo di una potente liberazione. Dovevo ora ritrovare i miei fratelli! Chiedevo al Signore di guidarmi verso una comunita’ piu’ vicina di quella che avevo frequentata anni addietro. Qualche giorno dopo, cercando di sintonizzare la mia autoradio captai il segnale di una emittente che trasmetteva messaggi evangelici e… gli indirizzi delle chiese.
Quando per la prima volta, dopo tanto tempo, arrivai la domenica mattina in quel locale di culto, scorsi il pastore presso la porta ad accogliere i fedeli. In quel momento non riuscii a trattenere le lacrime e, davanti ai suoi occhi stupiti, dissi: ‘Questa finalmente e’ casa mia’. Il 20 settembre del 1987 il Signore, come sempre fedele, mi battezzo’ nello Spirito Santo durante la preghiera del culto domenicale. Ora vive ancora in me il desiderio profondo di servirLo, onorarLo e amarLo; la Sua presenza e’ ancora viva e tangibile nella mia vita e la Sua Parola continua a dare vita all’anima mia. by Luigi Farris. Chiese Cristiane Evangeliche – Assemblee di Dio in Italia

di God bless you " Non deviare dal Mio sentiero " Inviato su Testimonianze

IL VERO AMORE

IL VERO AMORE

Tutti sono alla ricerca del vero amore, ma quello perfetto e’ solo quello di Gesu’

L’amore e’ un sentimento pieno di significato, e’ la sorgente della vera felicita’. Molti poeti hanno composto i versi piu’ belli intorno a questa virtu’, musicisti di tutti i tempi hanno concepito le melodie piu’ deliziose per esprimere il loro amore.
Ogni essere umano desidera l’amore e lo ricerca ma… dove trovarlo?
Il mondo in cui viviamo, attraverso i mass-media (riviste, televisione, radio, cinema), tenta di soddisfare questa sete d’amore e coloro che aderiscono alle sue proposte, purtroppo, vanno incontro ad amare delusioni.
Cio’ che si cela dietro la parola ‘amore’ e’ in realta’ soltanto passione, voglia di piacere, egoismo.
Com’e’ l’amore autentico? Non ne portiamo tutti un’immagine nel cuore quasi come un ideale irraggiungibile? Il vero amore ci dovrebbe sempre comprendere ed accettare cosi’ come siamo, senza rinfacciare i nostri difetti e debolezze, ci dovrebbe accordare un’incondizionata fiducia e… dovrebbe durare per sempre!

CHI PUO’ AMARE COSI’?
Non e’ troppo per noi uomini? Si dovrebbe amare davvero, ma chi ne sarebbe capace? Il Dio Onnipotente viene incontro alla nostra ricerca ed alle nostre perplessita’ con questa sconvolgente affermazione: ‘Si’, io ti amo d’un amore eterno’ (Libro di Geremia 31:3). E non si tratta di parole vuote. Dietro ad esse si celano le opere d’amore di Dio, come sono rivelate nella Bibbia: ‘Da questo abbiamo conosciuto l’amore: egli ha dato la sua vita per noi’ (Prima Lettera di Giovanni 3:16).
Gesu’ Cristo e’ la personificazione dell’amore. Egli ci tende le mani per stabilire con noi un patto valido per sempre. La mangiatoia e la croce ne sono i segni tangibili. Un amore cosi’ supera le nostre piu’ audaci aspettative: ci cerca, ci accetta come siamo, ci perdona, ci trasforma e resta sempre fedele. ‘Io lo amero’ e mi manifestero’ a lui’ (Vangelo di Giovanni 14:21): cosi’ ci rassicura il Signore.

POSSIAMO SOLTANTO STUPIRCI
Quanti hanno ricevuto personalmente la dichiarazione d’amore da parte di Dio per mezzo della Sua Parola! La loro vita ha acquistato un senso ed uno scopo e, nello stesso tempo, una profonda, inestinguibile gioia.
e’ qualcosa che ancora oggi non si riesce ad afferrare perche’, piu’ il tempo passa, e piu’ e’ chiaro quanto tutto questo sia un miracolo.
Nella Bibbia Dio dice: ‘Perche’ tu sei prezioso agli occhi miei, tu sei pregiato ed io ti amo!’ (Libro di Isaia 43:4). Questo vale anche per te! Chiese Cristiane Evangeliche – Assemblee di Dio in Italia

SMARRIMENTO

SMARRIMENTO

E’ bene ricordare, con assoluta certezza, che la misericordia di Dio nei nostri confronti non viene mai meno!

Lasciandoci aiutare dalle Sacre Scritture, possiamo leggere nel Salmo 42 come anche il credente puo’ vivere un profondo scoraggiamento, una debole o forte depressione, un periodo di ‘smarrimento’.
L’analisi temporale del fenomeno e’ difficilmente definibile, perche’ strettamente dipendente dalla quantita’ e dalla qualita’ della fede che ogni cristiano ha nel proprio Signore e Salvatore. Viene da se’ che quando non si vive in Cristo e’ possibile trovarsi di fronte a condizioni persino patologiche, che possono evolvere in situazioni ben piu’ tristi ed avvilenti.
La parola di Dio parla tante volte dello smarrimento, della depressione spirituale e si evince con chiarezza che l’essere ‘nati di nuovo’ non ci risparmia situazioni del genere, ma ci da’ la forza e il coraggio necessario per affrontarle e superarle: ‘Getta sul Signore il tuo affanno ed Egli ti sosterra” (Salmo 55:22).
Ma allora e’ possibile uscire dal buio che talvolta avvolge la mente ed il cuore? Si’!
‘La fede e’ certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realta’ che non si vedono’ (Ebrei 11:1). Dunque, per il concetto stesso di fede, si puo’ trovare refrigerio e soluzione al problema, l’importante e’…

…NON ASPETTARE:
• che il dubbio e lo sconcerto possano demolire cio’ che lo Spirito Santo ha costruito con tanta perizia,
• che la tristezza e l’apatia possano deformare la presenza di Cristo nel cuore,
• che la vita esuberante lasci spazio a una rilassatezza mortale, tanto da dare campo libero al ‘nemico’, sempre pronto ad insinuare le sue tentazioni,
• che l’amore fraterno perda quel valore conferitogli dalla Comunione in Cristo,
• che la Parola di Dio non possa piu’ essere … ‘lampada al tuo piede, luce sul tuo sentiero’ (Salmo 119:105).
Lo smarrimento puo’ venire anche in quelli che cercano di fare la volonta’ di Dio e allora, proprio per non esser trovati impreparati, proviamo a evidenziare qualche causa di questa ‘luce… calante’.

CAUSE DELLO SMARRIMENTO
Malattie e lunghi trattamenti debilitano il corpo, e non solo: spesso la mente rimane confusa e l’animo smarrito. Magari, dopo una lunga e tormentata esperienza di malattia, non si riesce subito a ragionare, a parlare o a compiere azioni come prima, e il tempo che occorre per ritrovare le forze talvolta e’ ugualmente lungo, percio’ l’uomo rimane senza alcuna motivazione per andare avanti.
Sapere, poi, di non poter piu’ fare le cose di un tempo porta a smarrire il senso stesso della vita!
Ci si puo’ smarrire per la perdita di una persona cara. In questo caso lo smarrimento non e’ immediato, ma si fa strada in modo lento e doloroso, man mano che familiari e amici tornano alle loro occupazioni, lasciando che si viva da soli quel vuoto e si realizzi, cosi’, la dimensione del cambiamento. L’impatto, allora, puo’ risultare tremendo, fa vacillare e… non ci si ritrova piu’!
A volte ci si perde perche’ delusi da un amore non piu’ sincero, sul quale si era poggiata parte della propria vita, o perche’ si subisce l’infedelta’ del coniuge, che rompe tutti gli schemi di un amore sano.
Ci si smarrisce per un tracollo economico, causato dalla perdita del lavoro o dal fallimento di un’attivita’; oppure per il protrarsi di qualche situazione incresciosa, magari pericolosa, in cui ci si ritrova coinvolti, senza sapere come e perche’… Queste ed altre circostanze fanno smarrire, fanno perdere l’orientamento. ‘Abbi pieta’ di me, o Signore, perche’ sono sfinito; risanami, o Signore, perche’ le mie ossa sono tutte tremanti’ (Salmo 6:2)

RIPRENDERE IL CAMMINO
e’ bene ricordare, con assoluta certezza, che la misericordia di Dio nei nostri confronti non viene mai meno!
Usando le parole del profeta Geremia, affermiamo che ‘le sue compassioni non sono esaurite, ma si rinnovano ogni mattina’ (Lamentazioni 3:22,23). Un cristiano smarrito ‘si ritrova’ solo in Cristo e nel Suo amore.
Quando l’angoscia, il pianto, la tristezza, l’ansia, il timore, la delusione tentano di farci perdere la rotta, e’ giunto il momento ‘di rivivere in modo concreto la presenza del Signore’.
Sappiamo che il Padre Celeste ‘giorno per giorno porta per noi il nostro peso’, perche’ Egli e’ ‘il Dio della nostra salvezza’ (Salmo 68:19).
Allora vogliamo affidarGli tutto: la nostra esistenza, i nostri sentimenti, i nostri progetti, il rapporto col prossimo, il sentirci membro del corpo di Cristo e Lui continuera’ a riempirci con la Sua pace.

La qualita’ e la quantita’ della fede riposta nell’Unico Signore sara’ determinante per vincere ogni smarrimento e rimanere fermi nella verita’ della Sua Parola: ‘Cosi’ il Signore sta per consolare Sion, consolera’ tutte le sue rovine; rendera’ il suo deserto pari a un Eden, la sua solitudine pari a un giardino del Signore…’ (Isaia 51:3). by Aniello Casciello. Chiese Cristiane Evangeliche – Assemblee di Dio in Italia

RIVELAZIONI RADIOSE

RIVELAZIONI RADIOSE

“…e la sua parola non l’avete dimorante in voi…” (Giovanni 5:38)

Esiste una grande varietà di pietanze che rende possibile un’alimentazione varia e saporita, soprattutto se queste sono dosate in modo equilibrato. Pensiamo forse che l’anima si possa nutrire soltanto mediante una rapida occhiata ad un capitolo della Bibbia? Le parole del nostro testo servono come monito per tutti noi. Non possiamo accontentarci di lasciare “in superficie” la Parola di Dio che è definita il buon seme. Dio lo provvede, ma noi dobbiamo depositarlo nel profondo del cuore. Invece, spesso non troviamo grande interesse e beneficio nella Scrittura perché non vogliamo scomodarci ad arare, dissodare, e poi seminare, raccogliere, battere, macinare e cuocere quel cibo celeste così indispensabile per il nostro sostentamento spirituale. Preferiamo elemosinare le croste di pane di porta in porta: un pane vecchio, stantio, ammuffito, come quello che i gabaoniti mostrarono a Giosuè. Non ci meravigliamo, poi, se proviamo poco piacere nella lettura della Parola. La Parola di Dio non è utile solo per fortificarci nella vita di santità: è anche una potenza che ci purifica. “Santificali nella verità: la tua parola è verità”. Questa rimane la preghiera del Salvatore per tutti i Suoi discepoli. “Voi siete già puri a causa della parola che vi ho annunziata”: è una benedizione che possiamo sperimentare anche oggi. Cristo ha dato Sé stesso per noi, per santificarci e nettarci “col lavacro dell’acqua mediante la Parola”. Niente può elevare la nostra immaginazione come la Parola di Dio “appesa” alle pareti del nostro cuore. Le illustrazioni offerte dalla Parola vengono, in questo modo, ad adornare e a consacrare la nostra vita. Gli scopi e i propositi devono essere purificati dai suoi precetti. Anche le nostre speranze ed energie devono essere mondate e stimolate dalle sue promesse, mentre il cuore deve essere liberato dalle macchie terrene e dalle tracce di mondanità proprio mediante queste rivelazioni radiose.
Chiese Cristiane Evangeliche – Assemblee di Dio in Italia

PRONTI A RIPARTIRE

PRONTI A RIPARTIRE

La stagione estiva e’ agli sgoccioli, con vacanze terminate, spiagge e alberghi svuotati, ombrelloni e sedie sdraio chiusi; e’ triste affermarlo ma si e’ tornati alla vita di tutti i giorni.

Le scuole hanno riaperto i cancelli, gli operai con grosse difficolta’ sono ritornati al proprio posto di lavoro, la vita quotidiana si ripresenta con tutte le sue sfaccettature e problematiche.
In poche parole si riparte dopo la pausa estiva, e questo crea in molti cuori ansia, tristezza, angoscia, e in parecchi casi si riscontra una depressione post-vacanze.
Si hanno difficolta’ fisiche e mentali per ricominciare, per riprendere la routine dopo un periodo di riposo. Tuttavia, la Bibbia in vari modi invita a trovare la soluzione giusta per essere pronti a ripartire.

RIPARTIRE CON LA PRESENZA DI DIO
Senza la quale tutto il proprio lavoro e impegno non andra’ a buon fine. In Esodo 33:15 Mose’, conscio della responsabilita’, del peso e del faticoso viaggio non privo di pericoli che lo attendeva, rivolgendosi a Dio elevo’ una delle piu’ significative preghiere che si trovano nella Bibbia: ‘Se la tua presenza non viene con me, non farci partire di qui’.
e’ questa presenza nella vita l’unico rimedio necessario per affrontare giorno dopo giorno ogni imprevisto.
Cosa buona e saggia e’ alzarsi la mattina e, prima di iniziare qualsiasi attivita’, invocare in preghiera la guida dello Spirito Santo.

RIPARTIRE DOPO UN FALLIMENTO
Puo’ accadere a tutti di fallire nella propria famiglia, nel campo lavorativo, finanziario, etc. Nel primo libro di Samuele, al capitolo 30, gli Amalechiti avevano saccheggiato l’accampamento di Davide a Siclag, e fatto prigionieri donne, piccoli e grandi.
Questo episodio evidenzia un grande fallimento! Al versetto 6 si legge: ‘Davide fu grandemente angosciato, la gente -i suoi fedelissimi- parlava di lapidarlo…, ma Davide si fortifico’ nel Signore, nel suo Dio’.
e’ questa la propria situazione? Il fallimento?
A una bancarotta ha fatto seguito l’abbandono degli amici migliori?
Oppure il naufragio e’ rappresentato dal fallimento familiare?
Che cosa si sta pensando di fare? I casi di suicidio di alcuni mesi fa sembravano destinati a non finire mai.
Si consideri allora l’esempio di Davide che chiese consiglio al Signore: ‘Davide consulto’ il Signore dicendo: devo inseguire questa banda di predoni… il Signore rispose: inseguila, poiche’ certamente la raggiungerai e potrai recuperare ogni cosa’. Davide riusci’ a recuperare cio’ che aveva perduto soltanto per l’intervento e l’aiuto divino.
Si puo’ ripartire da zero e recuperare tutto, se la speranza e il coraggio vengono dall’Alto Rifugio, che e’ sempre pronto a tendere una mano ad ogni uomo. Il Suo nome e’ Gesu’!

RIPARTIRE DOPO UNA DURA PROVA
Nel libro degli Atti degli Apostoli al capitolo 14:19 l’apostolo Paolo durante il suo primo viaggio missionario subisce una lapidazione nella citta’ di Listra.
Un duro colpo, una dura prova tanto che ‘lo trascinarono fuori dalla citta’, credendolo morto’. Che triste evento! Come fara’ a ripartire adesso?
Come fara’ a riprendersi? e’ conciato male e gravemente ferito!
Qualcuno gli avrebbe suggerito: ‘Paolo, non puoi continuare cosi’, ritorna indietro!’ Ma, mentre tutti avevano perso le speranze, ecco il miracolo: ‘Egli si rialzo’ ed entro’ nella citta’. Il giorno seguente parti’ con Barnaba per Derba’.
In questi versi si notano tre verbi che aiutano a comprendere come Paolo riparti’ da una dura prova verso nuovi traguardi:
• ‘Si rialzo”: anche se la prova ti butta giu’ e ti avvilisce, Dio da’ sempre il vigore spirituale e fisico per rialzarsi.
• ‘Entro”: la prova induce ad allontanarsi dalla preghiera. Invece, e’ proprio nei momenti piu’ duri della vita che abbiamo piu’ bisogno di entrare in chiesa per contemplare Dio in tutta la Sua maesta’ e per invocare il Suo aiuto!
• ‘Parti”: e’ vero, la prova tenta di bloccare, di ostacolare quando e’ tempo di ripartire verso nuove mete e nuovi orizzonti ma Dio, che e’ potente ad aiutare in ogni circostanza, vuole fare di ogni uomo un messaggero dell’Evangelo della grazia per portarlo dove ancora non e’ stato annunciato!

Dopo una lunga estate di riposo, di spensieratezza, ma forse per qualcuno di prova o addirittura di fallimento, non facciamoci prendere dall’ansia, ma ripartiamo seguendo la guida divina, certi e sicuri che Dio non fara’ mancare le Sue benedizioni. by Davide Valentino.  Chiese Cristiane Evangeliche – Assemblee di Dio in Italia